Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sarà presto a Palermo per valutare interventi specifici per la città così come richiesti dal primo cittadino Roberto Lagalla che ieri è volato a Roma per incontrare il titolare del Dicastero degli interni. Non era un incontro “privato” ma un vertice già organizzato con il Presidente dell’associazione nazionale dei Comuni d’Italia (Anci) e di altri sindaci di città metropolitane e di media grandezza.
Nessuno schieramento dell’esercito
Non ci sarà, però, lo schieramento dell’esercito che qualcuno auspica e ci vorrà tempo per un aumento delle forze dell’ordine. la situazione della criminalità di strada a Palermo, infatti, secondo i dati del Ministero è meno grave di quella di tante altre città italiane. Un dato che il Ministro ha sottolineato il sindaco.
“Da parte del ministro, Piantandosi è arrivato un annuncio specifico, cioè quello che sarà da qui a breve a Palermo per valutare le misure specifiche che riguardano la nostra città – ha detto Lagalla dopo l’incontro – rispetto alla quale però ha voluto segnalare diciamo il trend in diminuzione rispetto ad altre città italiane dei crimini commessi nella prima parte di quest’anno”.
I rischi del senso di insicurezza diffuso
Per parte loro, però, cittadini e commercianti denunciano un senso di insicurezza crescente che non corrisponde ai dati del ministero. Si rischiano disdette da parte dei turisti e diminuzione anche del consumo interno. Patrizia Di Dio responsabile nazionale sicurezza di Confcommercio e presidente di Confcommercio Palermo torna a lanciare la sua proposta
“Il problema della sicurezza che, poniamo da mesi non è solo un allarme sociale, ma anche un grave danno economico all’immagine, alla reputazione della città. Siamo a rischio di riduzione di prenotazioni turistiche e di flessione dei consumi, anche di quelli interni” denuncia Di Dio.
Tornare al poliziotto di quartiere
“Continuiamo a chiedere un rafforzamento immediato dei presidi di sicurezza con una maggiore visibilità, il ripristino del poliziotto di quartiere e una maggiore presenza delle forze dell’ordine perché sono un deterrente efficace di prevenzione verso i malintenzionati e dà sicurezza a cittadini, turisti e imprese. Desideriamo conoscere concreti, costanti, incisivi e soprattutto immediati risultati che innalzino il livello di sicurezza, la città e il controllo del territorio anche nei confronti del dilagare dell’abusivismo e del degrado. Due facce della stessa medaglia del mancato rispetto delle regole”.
Gli interventi di cui si parla al Ministero
Ci sarà comunque un tavolo nazionale per la sicurezza nella città metropolitane, si lavoro all’accesso alle banche date nazionali delle polizia municipali, arriveranno fondi per aumentare il controllo del territorio.
“Il ministro Piantedosi ha recepito non solo le richieste dell’Anci che propone un tavolo permanente per la sicurezza urbana, a cui ovviamente anche Palermo è chiamata a dare il suo contributo, ma alcuni punti sono stati snocciolati come l’esigenza di maggiori risorse economiche per il piano della sicurezza urbana, la possibilità per le polizie municipali di accedere e implementare le banche dati ministeriali fino a questo momento precluse alle stesse polizie locali, mentre invece in una maggiore integrazione interforze questo darà più possibilità di intervento alle polizie stesse e attraverso le maggiori risorse economiche sarà possibile implementare ulteriormente ulteriormente gli organici” ha raccontato Lagalla dopo l’incontro romano durato circa due ore.
Forze dell’ordine proporzionate alla popolazione
“Si è parlato anche di un rapporto obbligatorio in base alla popolazione del numero di volanti circolanti in rapporto appunto alla popolazione residente. Si è parlato di movida, di Daspo urbano, insomma si stanno mettendo in campo tutta una serie di interventi di primo livello, cioè quelli fondamentalmente legati al controllo al controllo del territorio, alla repressione e per quelli che invece guardano a misure di più largo respiro in termini di prevenzione del crimine, di educazione dei giovani di limitazione del consumo di droghe e sostanze stupefacenti. E un incontro fruttuoso che ovviamente è l’inizio di un ragionamento ancora più articolato e lungo nel rapporto di un patto tra Stato e città”.






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