Giusi Patti Holmes

Sono Giusi Patti Holmes, giornalista, scrittrice e, soprattutto, un affollato condominio di donne, bizzarre e diversissime tra loro, che mi coabitano. Il mio motto è: "Amunì, seguitemi".

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Anche la “Settima Arte” è rimasta affascinata dal nostro “Grosso grasso patrimonio siculo”. A tal proposito, voglio raccontarvi  di un triangolo amoroso, tra uno dei più grandi registi del neorealismo e due dive di prima grandezza, che si consumò tra Vulcano e Stromboli, mete sempre più appetibili per i turisti. 

Siamo negli anni Cinquanta e tra le due isole si consumò quella che passò alla storia come: “La guerra dei vulcani”. Tre i protaginisti: il regista Roberto Rossellini, Anna Magnani,   sua compagna dell’epoca, che doveva essere la protagonista di “Stromboli”, finanziato dalla casa di produzione “Panaria Film” del principe Francesco Alliata, pioniere della cinematografia subaccquea, e Ingrid Bergman, che con un semplice biglietto di stima e amore fa perdere la trebisonda al cineasta. 

La lettera di Ingrid Berman

«Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma Città Aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese e in italiano sa dire solo “Ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei” (Ingrid Bergman).

La reazione di Rossellini

Il regista, colpito da questa dichiarazione, con grande nonchalance, non solo abbandonò la Magnani, con cui stava vivendo una appassionata e tormentata storia d’amore, per la Bergman, ma donò a quest’ultima il ruolo che era di Nannarella. Non contento, strappò “Stromboli” alla Panaria Film, per cederlo alla Rko, Major cinematografica internazionale, con cui l’aveva messo in contatto la star svedese. 

Renzo Avanzo, che aveva condotto le trattative per la Panaria, non si arrese e con Anna Magnani mise in piedi una nuova produzione,  “Vulcano”, chiamando William Dieterle, chiamato il Plutarco di Hollywood, a  dirigerla.  Si verificò così un caso piuttosto anomalo, quello di due film girati in due set non lontani l’uno dall’altro e con un soggetto pressappoco identico. 

Quando uscirono nei cinema? 

Sia “Vulcano”, con Anna Magnani, che  “Stromboli (Terra di Dio)”, con Ingrid Bergman, uscirono nelle sale nel 1950. Su questa vicenda, che vide contrapporsi il dolore di Nannarella, non più compagna e nemmeno musa dell’amato Roberto Rossellini, alla gioia di Ingrid Bergman, diventata tutto ciò che l’altra era stata fino a quel momento, il regista napoletano Francesco Patierno, nel 2011, ha realizzato un documentario dal titolo “La guerra dei Vulcani”, che permette di ripercorrere una storia che incuriosì le cronache di mezzo mondo, tenendole in agitazione e dividendole in pro Magnani o pro Bergman

Perché questo intrigo amoroso appassionò così tanto? 

Perché ricostruisce una storia  italiana, rappresentata dalla “lupa” del cinema italiano, a cui si aggiunge il tocco internazionale dell’interprete svedese. 

Ultima curiosità: a Stromboli il Bar Ingrid, dedicato alla bellissima attrice, sorge a pochi passi dalla casa che la ospitò e la ricorda con una targa. In paese, a quanto pare, tutti restarono stregati dalla sua straordinaria bellezza, meno dal suo carattere algido e dai suoi capricci

Libri consigliati per saperne di più 

“Le amanti del Vulcano” di Marcello Sorgi. 

“La guerra dei vulcani. Rossellini, Magnani, Bergman. Storia di cinema e d’amore” di Alberto Anile e Gabriella Giannice. 

Alla prossima. 


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