Carmine Mancuso

Ex poliziotto e politico. Figlio di Lenin.

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Quando gli Alleati sbarcano in Sicilia il 9 luglio 1943, l’obiettivo è quello di liberare l’Italia dal fascismo. Ma insieme alla caduta del regime, si apre la porta a una nuova epoca per la mafia, che abbandona il feudo per conquistare la città.

Il vecchio potere mafioso, legato alla terra, ai latifondi e all’abigeato, lascia spazio a una mafia urbana più spregiudicata, più moderna, affamata di business e di ricchezza.

I nuovi padrini diventano imprenditori, costruttori, mediatori di terreni. Gestiscono il cemento, le gru, i trasporti, e fanno di Palermo un immenso cantiere: è l’inizio del famigerato sacco di Palermo. La città viene sventrata, i villini liberty rasi al suolo, il verde cancellato. Al loro posto, palazzoni abusivi e quartieri dormitorio.

Nel 1957, all’Hotel delle Palme, arriva Joe Bonanno, boss di una delle Cinque Famiglie di New York. Il summit con i vertici di Cosa nostra è storico: segna l’inizio di una nuova mafia, globalizzata e imprenditoriale. Bonanno spiega che è tempo di un salto di qualità: il boom economico è alle porte, e la mafia deve cavalcarlo.

Appalti, mercati ortofrutticoli, carni, pesce, funerali, elettrodomestici, contrabbando di sigarette e valuta, scommesse, prostituzione: tutto è terreno fertile per il business mafioso. Ma è con la droga che si compie la vera svolta. Il traffico di stupefacenti trasforma la mafia in una potenza finanziaria, e getta Palermo in una spirale di violenza e terrore.

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