Sono scesi in piazza in centinaia per manifestare in memoria di Paolo Taormina e per chiedere sicurezza nella movida e in generale in città. I giovani di Palermo hanno deciso di far sentire la loro voce all’indomani dei funerali della vittima dell’Olivella. Così questa mattina, il corteo organizzato dagli studenti delle scuole e dell’Università di Palermo, è partito alle 9:30 da piazza Verdi, attraversando via Maqueda, fino a Palazzo Comitini. In piazza tantissimi ragazzi, uniti da uno stesso messaggio: rifiutare l’indifferenza e la violenza.

Striscioni e cartelli chiedono giustizia

Numerosi gli striscioni e i cartelli portati dai giovani: “Giustizia per Paolo”, “Non un nome in più. Non una vita in meno”, “Vogliamo un futuro senza paura”. Il silenzio del corteo, in segno di vicinanza alla famiglia di Paolo, è stato scandito da momenti di riflessione e cori dedicati al giovane.

“Siamo scesi in piazza non solo per Paolo, ma per tutti i ragazzi strappati alla vita senza un perché – ha detto Vincenzo Preianò, studente dell’istituto Nautico –. Per Andrea, per Massimo, per Salvo. Perché non vogliamo accettare che si possa morire così, durante un sabato sera, nei luoghi che noi giovani attraversiamo ogni giorno. Non possiamo rassegnarci alla paura”.

Gli istituti scese in piazza

Presenti studenti delle scuole Medi, Nautico, Danilo Dolci, Einstein, Finocchiaro Aprile, Majorana, Duca degli Abruzzi, Almeyda, Benedetto Croce, Galilei, Piazza, Marco Polo, Meli, Cannizzaro e varie altre.

“Non sappiamo quale sia la soluzione migliore. Sappiamo però che bisogna mettere in discussione l’educazione che viene trasmessa ai giovani dalle famiglie e dalla scuola – dice Antonino Graziano, studente universitario -. Cresciamo con modelli e valori sbagliati. Dovremmo invece provare a ricostruire il senso di comunità, di responsabilità civica e il rispetto reciproco almeno del valore sacro della vita”.

Delegazione ricevuta dall’assessore Ferrandelli

La manifestazione si è conclusa a Palazzo Comitini, dove una delegazione di studenti è stata ricevuta dall’assessore alle Politiche Giovanili, Fabrizio Ferrandelli e dal consigliere comunale, Ottavio Zacco.


Nel corso dell’incontro si è registrata una significativa condivisione di intenti: entrambe le parti hanno riconosciuto l’urgenza di affrontare in modo strutturale il problema della violenza giovanile in città, mettendo in discussione il sistema educativo trasmesso alle nuove generazioni da famiglie, scuole e contesto sociale.

Tra i primi passi concreti condivisi, la costituzione della Consulta Giovanile Comunale, uno strumento che possa riunire tutti i giovani della città — dal centro alle periferie, studenti e giovani lavoratori — per garantire un dialogo costante e strutturato con le istituzioni.

È stata inoltre ribadita la necessità di aprire nuovi spazi giovanili in tutti i quartieri, affinché i ragazzi abbiano vere alternative alla strada e possano vivere la città come protagonisti attivi del proprio futuro.

“Confido molto – ha dichiarato Ferrandelli – nella capacità delle giovani generazioni di poterci aiutare in un momento così difficile per la nostra città. La mobilitazione di centinaia di studenti, che non si conoscevano tra loro e che hanno trovato nell’amore per Palermo e per la vita la spinta per scendere in strada e voler incontrare le istituzioni, rafforza la nostra convinzione che alle dovute misure sulla sicurezza si debba affiancare un processo di coinvolgimento civico ed educativo nei quartieri della nostra città, non solo offrendo opportunità , ma anche ascolto, dialogo e confronto”.

“La creazione di una Consulta giovanile – ha aggiunto Ferrandelli – era già nelle corde dell’Amministrazione. Porterò la richiesta di questi ragazzi al presidente del Consiglio comunale e ai capigruppo, al fine di completare il percorso d’aula intrapreso nei mesi scorsi”.

Per il consigliere Zacco “in un’epoca, come la nostra, di crisi valoriale e crescente disaffezione verso la politica, è necessario aprire nuovi spazi dedicati ai giovani in tutti i quartieri, luoghi dove i ragazzi possano trovare una reale alternativa alla strada, sperimentare e rafforzare il senso civico e vivere la città come protagonisti attivi del proprio futuro”.