E’ stato condannato, in via definitiva, a 30 anni di reclusione Vito Fiorino, 46 anni, siracusano, ritenuto responsabile dell’omicidio di  Gaetano Zappulla, ammazzato a colpi di pistola il 3 settembre del 2002 mentre si trovava in una sala giochi, in piazza Adda, a Siracusa.

Bloccato in auto dai carabinieri

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Siracusa hanno tratto in arresto l’uomo, indicato come esponente del clan mafioso siracusano, Bottar-Attanasio, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Il 46enne è stato intercettato, intorno alle 17,  mentre si trovava in auto con la compagna e successivamente è stato condotto in carcere, nel penitenziario di Siracusa dove sconterà la pena.

Il movente

Sono stati i collaboratori di giustizia ad alzare il velo sull’assassinio di Gaetano Zappulla, che, poco prima di quella spedizione punitiva, fu arrestato in quanto accusato dell’omicidio di Gaetano Steven Barbieri, freddato nei primi di luglio del 2002 in via Immordini, durante una partita a calcio balilla. Il Riesame, qualche giorno dopo, dispose la scarcerazione di Zappulla, salvo poi essere ammazzato il mese successivo.

Chi sono gli imputati

Fiorino, che secondo la tesi dei pm, ha agito insieme ad un altro uomo, Pasqualino Mazzarella, entrambi  personaggi piuttosto noti alle forze dell’ordine. Mazzarella è stato già condannato per il delitto di Liberante Romano, ammazzato e poi dato alle fiamme il 25 maggio del 2002 nell’ambito di un regolamento di conti all’interno della cosca. Fiorino fu, in un primo momento,  coinvolto in questa vicenda salvo poi uscirne senza conseguenze giudiziarie.

La testimonianza di Capodieci

Nel processo sull’omicidio Zappulla, è entrata la testimonianza di Francesco “Cesco” Capodieci, ex capo del gruppo del Bronx, diventato negli anni scorsi collaboratore di giustizia. Lo stesso fa sapere a BlogSicilia di non essere più “un collaboratore di giustizia”. Nel corso della sua deposizione, disse di aver visto Vito Fiorino in prossimità di un pub che si trova in via Arno, nella zona di piazza Adda, a poca distanza dalla sala giochi in cui si è consumato il delitto.