La Regione Siciliana investe nella musica antica per preservare uno dei suoi patrimoni più delicati e preziosi: gli strumenti storici custoditi da enti ecclesiastici e culturali. Con un decreto firmato dall’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, sono stati assegnati 700mila euro a dieci progetti distribuiti su tutto il territorio regionale. Il fondo, previsto dalla legge di stabilità 2025-2027, è destinato al restauro e alla riparazione di strumenti di pregio, molti dei quali oggi in stato di abbandono o inutilizzabili.
Il provvedimento, frutto di una selezione attenta e tecnica, conferma l’impegno della Regione per la tutela del patrimonio immateriale e materiale legato alla tradizione musicale siciliana, spesso conservato in chiese, parrocchie e conservatori. Strumenti che, oltre al valore liturgico, rappresentano un bene culturale identitario.

“Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore Scarpinato – investiamo nella tutela di organi e strumenti che senza un intervento pubblico rischierebbero di non potere essere utilizzati o di andare persi. Diamo corso alle disposizioni legislative e tuteliamo fattivamente il nostro patrimonio strumentistico e musicale”.
Una rete di chiese e istituzioni coinvolte
I contributi assegnati andranno a finanziare interventi di recupero su organi antichi e altri strumenti musicali rari, molti dei quali inutilizzati da decenni. Le istanze approvate sono state selezionate da una commissione istituita ad hoc, che ha valutato la rilevanza artistica e lo stato conservativo degli strumenti segnalati.
Questi i dieci beneficiari dei contributi regionali: Chiesa Sant’Antonio Abate di Nicosia (EN): 80mila euro; Parrocchia Maria Santissima delle Grazie di Pettineo (ME): 50mila euro; Chiesa San Bartolomeo Apostolo di Giarratana (RG): 75mila euro; Chiesa Santa Maria Maggiore di Isnello (PA): 70mila euro; Chiesa Madre “Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo” di Partanna (TP): 90mila euro; Conservatorio di musica “Scarlatti” di Palermo: 90mila euro; Chiesa San Domenico di Noto (SR): 60mila euro; Chiesa Immacolata Concezione di Palagonia (CT): 50mila euro; Parrocchia San Domenico di Caltanissetta: 55mila euro; Parrocchia Beata Maria Vergine dell’Udienza di Sambuca di Sicilia (AG): 80mila euro.
Gli enti coinvolti appartengono a province diverse, testimoniando una distribuzione equilibrata sul territorio e un’attenzione diffusa alla conservazione musicale in tutte le sue espressioni locali.
Molti degli strumenti interessati dagli interventi, come gli organi antichi, non sono solo elementi d’arredo liturgico, ma testimonianze storiche e artistiche del tessuto sociale e spirituale delle comunità siciliane. Restaurarli significa restituire voce alla memoria, rendendo nuovamente udibili sonorità perdute e forme musicali d’epoca.
Inoltre, questi strumenti potranno tornare a essere utilizzati in concerti, celebrazioni religiose, rassegne culturali e didattiche, offrendo così nuove opportunità per valorizzare i centri minori e promuovere il turismo legato ai beni culturali.
Il finanziamento concesso al Conservatorio “Scarlatti” di Palermo ha anche un importante valore formativo: restituire strumenti antichi alla fruizione degli studenti significa tramandare tecniche esecutive, stili musicali e repertori che altrimenti rischierebbero l’oblio.






Commenta con Facebook