“Io credo che siamo dentro una situazione molto grave e temo che siamo non all’inizio, perché già ci sono una serie di fatte di cronaca giudiziaria che ci consegnano uno stato drammatico, soprattutto nel settore della sanità, nel rapporto tra corruzione e malaffare”. Lo ha detto ieri a Siracusa, a margine del convegno Liberiamo la Sicilia dal malaffare organizzato dal Pd, il presidente della Commissione parlamentare regionale antimafia, Antonello Cracolici, commentando l’inchiesta sulla corruzione della Procura di Palermo che ha coinvolto l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, indicato dai pm al vertice di un sistema di malaffare.
“Non è finita qui”
“Temo che non sia finita qui, perché il problema – ha riferito Cracolici – è proprio il modello. In fondo quello che sta succedendo era già scritto. Perché questa esperienza di Governo, nata sull’onda del “Stiamo tornando” ha un po’ dato un messaggio complessivo al sistema Sicilia in cui si può tornare a fare quello che si faceva prima. Assenza di vigilanza, assenza di controlli, frammentazione degli appalti”.
La minchiata di Cuffaro
Per il presidente della Commissione parlamentare regionale antimafia quell’espressione usata da Cuffaro, “ho fatto una minchiata” rivolta ai carabinieri del Ros a proposito delle contestazioni mosse su un appalto all’Asp di Siracusa, è sintomatica di un modo di agire spregiudicato.
“Quello che mi fa sorridere – dice Cracolici – è che persino il cosiddetto concetto di utilità, che è uno delle fattispecie che individua un reato, da alcuni esponenti politici, tra questi Cuffaro, è stato considerato una minchiata. Ammettendo che ha fatto una minchiata non si reso conto che quella è la conferma di una utilità che giustifica il reato di corruzione, quindi siamo in presenza di una classe politica che per davvero non ha la cognizione delle responsabilità e della gravità dei comportamenti che non sono solo reati ma che stanno minando la credibilità del sistema pubblico in Sicilia allontanando le persone dalla politica ecco perché il Pd ha il dovere non solo di denunciare ma di costruire possibili risposte”.
L’unità nel Pd
Ma la “minchiata” di Cuffaro ha permesso al Pd di trovare l’unità, almeno per il momento, dopo mesi e mesi di lacerazioni legate al congresso regionale. “Questo non va chiesto a me. Io mi occupo, in prevalenza, della commissione antimafia. Io penso – dice Cracolici – che un Pd diviso non serva a nulla. Questa è la mia opinione: lo dico da tempo, proprio perché un partito quando si divide inevitabilmente è più portato a ragionare sul fatto che qualcuno ha ragione e qualcun altro ha torto. Così si perde di vista quello che c’è fuori da noi, ad esempio quello che sta succedendo in Sicilia”.






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