Il cadavere di un migrante è stato avvistato nelle acque antistanti la scogliera di Cala Uccello a Lampedusa. A chiamare i vigili del fuoco del distaccamento isolano sono stati i carabinieri. Per procedere al recupero della salma si stanno recando nella zona, con una imbarcazione, i pompieri e una motovedetta della Guardia costiera.
Le polemiche dell’Ong
“Il nuovo decreto ostacola il soccorso in mare e causerà un numero maggiore di morti”. Lo affermano, in un documento unitario, le ong impegnate nelle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Renderà “ancora più pericoloso il Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più letali al mondo. Il decreto è apparentemente rivolto alle ong di soccorso civile, ma il vero prezzo sarà pagato dalle persone che fuggono attraverso il Mediterraneo centrale e si trovano in situazioni di pericolo”.
Dal 2014, ricordano le organizzazioni umanitarie, le navi di soccorso civili “stanno riempiendo il vuoto che gli Stati europei hanno deliberatamente lasciato con l’interruzione delle proprie operazioni Sar”. Tra i firmatari del documento, Emergency, Iuventa Crew Mare Liberum, Medecins sans frontieres, Mediterranea Saving Humans, Mission lifeline, Open Arms, Resq – People Saving People, Resqship, Salvamento Marìtimo Humanitario, Sea-Eye Sea-Watch, Sos Humanity, Alarm Phone
Ue: “L’Italia rispetti le regole”
“Non sta a noi guardare nello specifico il contenuto di questo decreto. Ovviamente siamo in contatto con le autorità italiane e questo mese avremo una riunione del gruppo di contatto Sar, ricerca e soccorso. Indipendentemente da cosa l’Italia stia facendo tramite decreto o legge specifica, le autorità devono rispettare la legge internazionale e la legge del mare”.
Lo ha dichiarato la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper, rispondendo a una domanda sul nuovo decreto per le Ong che operano in mare approvato dal Governo italiano. “Le nostre regole per la richiesta d’asilo sono chiare: tutti i cittadini dei Paesi terzi devono poter richiedere l’asilo, anche quando si trovano in acque territoriali», ha spiegato. La portavoce ha inoltre ribadito il principio secondo cui «salvare le persone in in difficoltà in mare è un obbligo morale e un dovere legale, indipendentemente dalle situazioni che le hanno portate a trovarsi in quella condizione di difficoltà”.





Commenta con Facebook