Una fotografia dei conti pubblici regionali e l’impegno da parte della Sezione di controllo della Corte dei conti, dell’Assemblea regionale siciliana e del governo regionale a collaborare per il risanamento delle finanze e lo sviluppo dell’economia isolana a partire dalla prossima Finanziaria. È quanto è emerso durante l’audizione in commissione Bilancio dell’Ars della Sezione di controllo della Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, che ha presentato la relazione sul Defr (Documento di economia e finanza regionale) per gli anni 2018-2020, la cui approvazione è stata rinviata a lunedì prossimo prima della seduta dell’Aula.

In piena sessione di bilancio, è chiaro l’invito del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè:”Tengo moltissimo alla correttezza dei numeri, perché in passato sono stati fatti tanti errori – ha detto -. Le cifre che ha trovato l’assessore Armao non ci lasciano tranquilli, ma da parte mia c’è la massima attenzione perché si affermi un percorso di risanamento delle finanze regionali”.

Il presidente ha annunciato che “stiamo valutando la possibilità di effettuare ulteriori tagli della spesa dell’Assemblea, oltre ai risparmi già ottenuti con la riduzione degli stipendi dei dipendenti”.

Invito, quello del presidente Miccichè, raccolto dal presidente Graffeo che ha espresso la propria disponibilità ” collaborare con l’Assemblea regionale per trovare soluzioni ed esprimere pareri”.”Voglio rassicurare il presidente Miccichè – ha sottolineato – che noi facciamo nostro il motto della Corte dei conti dell’Unione europea che afferma ‘Contate su di noi e noi facciamo i conti per voi’”.

“Il Defr rappresenta il principale documento di programmazione di politica economica e di rilancio”, ha affermato Savona in apertura dei lavori. Durante l’audizione, gli altri magistrati contabili hanno passato a setaccio il Defr da cui è emerso “il disavanzo complessivo di 400.179.733 euro nel 2018, il mancato contenimento della spesa per il personale e le carenze dell’organizzazione amministrativa”.

Altra anomalia evidenziata dalla Corte dei conti riguarda le partecipate: “Il quadro tendenziale allegato al Defr 2018-2020 non tiene conto degli enti regionali – si legge nella relazione -. Carente è il sistema dei controlli che non vengono effettuati sui bilanci degli enti”. Qualche spiraglio arriva, invece, “per le spese sanitarie (9.217 milioni) che per l’esercizio 2018 segnano una riduzione di oltre 500 milioni rispetto al preconsuntivo 2017”.

Consapevole dei limiti del Defr ma fiducioso nell’azione del governo è l’assessore Armao: “Il Defr fotografa una situazione drammatica che impone rigore – ha spiegato -. Si tratta di un documento ponte che chiude un’impostazione che vede la Regione in assoluta remissione rispetto allo Stato. L’obiettivo di questo governo è rinegoziare accordi con lo Stato. Siamo pronti – ha concluso Armao – a istituire un collegio dei revisori che abbia un ruolo di controllo sulla finanza pubblica, sulle partecipate e sugli enti collegati”.

Intanto il Pd attraverso il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo annuncia il suo voto contrario: “Il PD voterà contro il Defr del governo regionale perché non sostiene la crescita economica e l’occupazione produttiva della Sicilia”.

“Siamo in attesa di conoscere i contenuti della Manovra economica che, sino ad ora, continua  ad essere solo annunciata dal governo” ha aggiunto.

E proprio il defr è il terreno su cui sembra morire sul nascere l’ipotesi di dialogo con i 5 stelle.”Dall’istantanea scattata dalla Corte dei Conti, che ha pesantemente bacchettato il governo regionale, viene fuori un dato incontrovertibile: non è più rinviabile l’attuazione dello Statuto siciliano. Musumeci e Armao si diano una mossa e procedano a rinegoziare gli accordi tra Stato e Regione” dice la capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana.

“I magistrati contabili – aggiunge – al governo fanno dei rilievi precisi: dal disavanzo da 400 milioni di euro nel 2018 nei conti della Regione, al ‘fantomatico’ taglio della spesa sanitaria di 500 milioni di euro, senza però indicare in cosa consista, all’assenza di controlli sulle partecipate, fino alle spese sul personale regionale di ruolo, che nonostante i tagli operati nel quinquennio 2012 al 2015 pari al 15%, rappresenta più del 23% dell’ammontare complessivo del personale di tutte le regioni italiane”.

“Alla luce del giudizio tranchant sul Defr riteniamo non più rinviabile l’istituzione di una due diligence sui conti della Sicilia e invitiamo il Governo a istituire un collegio dei revisori con il ruolo di controllo sulla finanza pubblica, società partecipate e enti collegati”.

“Così come presentato in Commissione bilancio – afferma Giancarlo Cancelleri, protagonista dell’apertura di ieri – il DEFR non è sostenibile, troppe ombre e poca visione di sviluppo per la nostra terra, per questo motivo il M5S voterà contro questo documento.”