Francesco Lo Cascio e Ibrahima Kobena, rispettivamente portavoce della Consulta della Pace e presidente della Consulta delle culture riconfermano, con una nota, la loro fiducia nelle istituzioni democratiche, e in particolare – scrivono – “nella Corte costituzionale che ha dimostrato di essere garante della giustizia e del rispetto della Costituzione”.

“La Consulta per la Pace, la non violenza e i diritti umani e la Consulta delle culture – continuano – non avevano nessun dubbio sull‘incostituzionalità del decreto Sicurezza che impediva ai richiedenti asilo l’iscrizione anagrafica, in quanto il diritto alla residenza è un diritto inalienabile di chiunque vive sul nostro territorio per l’accesso ai servizi fondamentali.

Esprimiamo il nostro plauso al sindaco per aver personalmente firmato centinaia di iscrizioni anagrafiche al termine delle regolari procedure di verifica e controllo, sollevando così i funzionari comunali da responsabilità, ma anche da timori volgarmente alimentati da pezzi della politica nazionale e locale, come egli stesso ha ricordato.

Vogliamo, infine, richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei politici sul voler affrontare il tema dell’immigrazione con un approccio collaborativo e cooperativo, e non difensivo, in quanto siamo convinti – concludono – che le politiche sull’immigrazione non vadano trattate insieme ai temi legati alla sicurezza del territorio”.

A tal proposito, tre giorni fa, il sindaco Orlando ha dichiarato: “Siamo stati i primi, il 2 gennaio del 2019, ad annunciare che a Palermo non sarebbe stato applicato l’incostituzionale Decreto dell’eversivo ministro Salvini che negava l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo. Oggi la Corte Costituzionale conferma la correttezza del nostro operato, volto alla tutela di diritti di tutti e di ciascuno. In questi mesi ho personalmente firmato centinaia di iscrizioni anagrafiche al termine delle regolari procedure di verifica e controllo, sollevando così i funzionari comunali da responsabilità ma anche da timori volgarmente alimentati da pezzi della politica nazionale e locale. Ora quei funzionari potranno riprendere ad espletare le pratiche in piena tranquillità, mentre è stato stoppato il tentativo eversivo di negare alcuni principi cardine della nostra Costituzione.
Matteo Salvini come Ministro è per fortuna un brutto ricordo ma quei decreti sicurezza sono ancora un incubo che interroga e mette in mora la nuova maggioranza e il Governo Conte”.