Con il ritorno sui banchi degli studenti, l’Asp di Palermo riprende l’attività di vaccinazione nelle scuole di città e provincia. L’attenzione dell’Azienda sanitaria provinciale è in particolare rivolta alla fascia pediatrica di 5-11 anni che dal 15 dicembre scorso può ricevere la somministrazione.

Il programma

La prima tappa del 2022 è in programma venerdì 21 gennaio (dalle ore 9.30) all’Istituto comprensivo Russo Raciti di via Tindari dove, all’interno della palestra, verrà allestito un Punto vaccinale occasionale per la somministrazione di prima, seconda o dose booster ad alunni, genitori e personale scolastico.

Il calendario dell’attività proseguirà l’indomani (sabato 22 gennaio) all’Istituto comprensivo Giovanni Falcone di via Marchese Pensabene, il 24 gennaio all’Istituto comprensivo Giuseppe Verdi di via Casella, il 25 all’Istituto comprensivo Vittorio Emanuele III di via Cesare Terranova, il 26 (dalle 15.30) all’Istituto comprensivo Boccadifalco-Tomasi di Lampedusa (Plesso Emanuela Loi) di via Dogali, il 27 (dalle 15.30) all’Istituto comprensivo Antonio Ugo di via Ettore Arculeo, il 28 alla Direzione Didattica Statale Aristide Gabelli di via Palazzotto, il 29 all’Istituto comprensivo Manzoni-Impastato di via Filippo Parlatore ed il 31 gennaio all’Istituto Gonzaga di via Piersanti Mattarella.

L’Asp di Palermo ha avviato l’attività di vaccinazione anticovid nelle scuole il 13 luglio del 2021 somministrando complessivamente, fino allo scorso mese di dicembre, 3.833 dosi.

Pediatri, vaccinato solo 24,4% bimbi, 64mila casi in 7 giorni

Oltre 64mila bambini tra 6 e 11 anni in una settimana (dal 2 al 9 gennaio) sono rimasti contagiati dal virus Sars-CoV2, di cui 113 sono stati ricoverati in area medica e uno in terapia intensiva. Al momento in Italia meno di un bambino su 4 (24,4%) nella fascia 5-11 anni ha ricevuto una dose di vaccino. Lo rileva la Società italiana di pediatria sulla base dei dati dell’Iss. I pediatri in una nota tornano a ricordare ai genitori l’importanza di proteggere i più piccoli con la vaccinazione.

Per quanto riguarda la somministrazione del vaccino anti Covid viene registrata una notevole eterogeneità territoriale: con alcune regioni che non arrivano al 15% e altre che si collocano molto più avanti della media nazionale.

“Di grande interesse è il caso della Puglia dove oltre il 40% dei bambini tra 5 e 11 anni ha già ricevuto la prima dose – dice la presidente Sip Annamaria Staiano – la Regione ha puntato sin dall’inizio della campagna vaccinale sulla somministrazione del vaccino nelle scuole, con il coinvolgimento di igienisti e pediatri. Un modello organizzativo che sembra funzionare molto bene e che anche altre regioni hanno iniziato a mettere in atto”.

Intanto, i dati di farmacovigilanza che arrivano dagli Stati Uniti, dove oltre 9 milioni i di bambini tra 5 e 11 anni hanno ricevuto una dose del vaccino, confermano che il preparato è sicuro ed efficace, spiegano dalla società scientifica.

Su 8,7 milioni di dosi somministrate nel periodo 3 novembre-19 dicembre le segnalazioni di eventi negli Usa sono state pari allo 0,05% e si è trattato nella quasi totalità di casi non seri. Le miocarditi sono state 11 di cui 7 non gravi (e risolte) e 4 in osservazione al momento della stampa del Rapporto.

Un altro studio pubblicato su dati americani conferma che il vaccino protegge bene anche da una delle complicanze più pericolose per bambini e adolescenti, l’infiammazione multi-sistemica (MIS-C).

“Lo studio, condotto da luglio a dicembre 2021 negli Stati Uniti, ha rivelato che il 95% degli adolescenti ospedalizzati con MIS-C non risultava essere stato vaccinato”, riferisce Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della Sip. “È importante sottolineare che si tratta di una condizione clinica rara che si verifica in un contagiato ogni 3.200 (dati Usa) ed è più comune tra i bambini più piccoli (che durante il periodo dello studio non potevano essere ancora vaccinati). Questo lavoro rafforza l’evidenza che il vaccino protegge non solo dalla malattia ma anche dalle complicanze”.

Giovanni Corsello, editor in chief di Italian Journal of Pediatrics, rivista ufficiale della Sip aggiunge: “È necessario un grande impegno anche dei pediatri per far sì che aumentino ulteriormente le percentuali di vaccinazione tra i bambini in età scolare, per proteggerli dall’infezione e soprattutto dalle forme più gravi di malattia che rendono necessaria l’ospedalizzazione”. “La sinergia tra pediatri, famiglie e mondo della scuola – conclude – è necessaria per il contenimento del Cpvid e la vaccinazione nelle scuole va vista come mezzo per aumentare in tempi più brevi le percentuali di bambini e ragazzi vaccinati”

Ordinanza Musumeci, niente Dad in zona arancione

L’ordinanza del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sui collegamenti marittimi in Sicilia abroga, da domani, anche l’articolo 2 dell’ordinanza del 7 gennaio scorso che concedeva ai sindaci di comuni in zona arancione la possibilità di chiudere le scuole con didattica in presenza e attivare la Dad.

Diversi sindaci anche di città capoluogo avevano chiuso le scuole provocando ricorsi e decisioni del Tar che aveva ordinato la riapertura degli istituti. La norma nazionale concede deroghe per la presenza a scuola solo ai comuni in zona rossa. L’art. 2 della precedente ordinanza di Musumeci diceva che nei territori dichiarati zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta al rischio estremamente elevato di diffusione del covid 19, previo parere dell’Asp, il sindaco può adottare provvedimenti di sospensione totale o parziale delle attività didattiche con conseguente adozione della Dad.

Sindaco Salemi, “Musumeci in stato confusione”

“Ancora una volta i sindaci sono costretti a nuovi provvedimenti per via di un pasticcio giuridico creato da chi, invece, dovrebbe governare la Sicilia senza cedere alle pressioni della piazza. Musumeci prima ha aperto le maglie della Dad anche in zona arancione, costringendo di fatto i sindaci a chiudere le scuole perché pressati anche dai pareri delle Asp, e adesso torna sui suoi passi adeguandosi alla normativa nazionale che prevede la sospensione solo in zona rossa. Un comportamento assurdo da parte di un governatore in totale stato di confusione. Alla luce di questa nuova ordinanza non è dunque possibile chiudere le scuole in zona arancione, tuttavia restiamo vigili sull’andamento epidemiologico nell’assoluto interesse dei nostri ragazzi”.

Lo dice il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, commentando l’ordinanza di Musumeci che abroga la possibilità dei sindaci di comuni in zona arancione di chiudere le scuole in presenza. Da domani quindi lezioni nuovamente in presenza nelle scuole di Salemi (Trapani).

Mancano personale e mascherine

“Ad appena due giorni dalla ripartenza delle attività didattiche in presenza denunciamo la situazione di collasso in cui versano le scuole in Sicilia. Manca il personale a causa dell’alto numero dei contagi, mentre in tanti istituti non sono ancora arrivate le mascherine ffp2 promesse dal Ministero dell’istruzione”. Lo dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza.

“È evidente – aggiunge – che la politica ha fallito per l’ennesima volta. I governi nazionale e regionale non solo in questi mesi hanno fatto poco o nulla per consentire alla scuola di affrontare la pandemia in modo efficace, ma addirittura hanno generato un conflitto di carattere normativo che sta producendo ulteriore caos e incertezza. Si vedano le sentenze con le quali il Tribunale amministrativo ha annullato le ordinanze dei sindaci in zona arancione, che disponevano la sospensione delle attività didattiche”.

“Stiamo pagando – continua Rizza – l’arroganza di un governo centrale che ancora una volta ha dimostrato presunzione, non avendo mai accolto e ascoltato le richieste delle organizzazioni sindacali. Soprattutto al Sud, dove il sistema scolastico vive una situazione drammatica, si sarebbe dovuto intervenire sull’edilizia scolastica, sulla riduzione delle classi pollaio, sul potenziamento dell’organico covid, su una campagna di screening e tracciamento dedicata ai docenti e agli studenti. La scuola deve tornare ad essere protagonista delle scelte politiche a tutti i livelli”.

“Tutto questo – conclude – avrà delle ricadute nefaste in termini di povertà educativa e abbandono scolastico di cui la politica è responsabile”.

Sondaggio Swg, 46% italiani a favore della Dad

La decisione del governo di mantenere la didattica in presenza in tutte le scuole al rientro delle vacanze risulta condivisa da una minoranza dell’opinione pubblica, il 39%. Di parere contrario il 46% degli italiani che avrebbero preferito la didattica a distanza per le scuole superiori e molti di questi anche per le scuole degli altri gradi. A rivelarlo è un sondaggio Swg pubblicato oggi.

I genitori con figli alle materne, elementari e medie sono sostanzialmente in linea con le opinioni generali, nonostante il fatto che buona parte di loro ritenga che la Dad comporti delle difficoltà. In particolare, per 1 genitore su 4, il disagio dovuto alla chiusura delle scuole in presenza sarebbe notevole, non tanto per problematiche legate alla disponibilità di strumenti tecnologici, ma soprattutto a causa dello scarso rendimento scolastico dei ragazzi quando seguono le lezioni da casa.

Un’ulteriore criticità della scuola in questo periodo, rivela il sondaggio, è la carenza di personale, dovuta sia ai contagi che alle defezioni conseguenti al requisito del Green pass rafforzato. Nonostante queste difficoltà, una larga maggioranza degli italiani considera tale requisito opportuno. In generale, i genitori tendenzialmente promuovono la performance delle scuole nella gestione degli aspetti legati alla pandemia, anche se il giudizio su materne, elementari e medie si mostra sensibilmente più basso rispetto a quello riferito alle scuole superiori.

Governo al lavoro per semplificare norme su quarantene

“Stiamo valutando una semplificazione delle norme sulle quarantene e sui rientri a scuola assieme al ministero della Salute, perché ovviamente su questa materia non ci si può muovere esclusivamente di nostra iniziativa. Certamente si tratta di una procedura che può essere snellita, stiamo lavorando a delle semplificazioni per quegli studenti che si sottopongono a un test che dà esito negativo, il cui rientro a scuola conosce appesantimenti burocratici molto problematici per le famiglie”. Così la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, senatrice M5S, in una intervista ad Huffington Post.

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