A Lampedusa gli interventi per la rimozione delle imbarcazioni di grandi dimensioni utilizzate dai migranti per giungere sull’isola, ormeggiate nell’area portuale da diversi mesi. Nella giornata di ieri, i funzionari dell’Ufficio delle Dogane del Canale di Sicilia, coadiuvati da maestranze locali, hanno attivato e portato a termine una procedura di urgenza mirata all’immediato recupero, alaggio e rimessaggio dell’imbarcazione che, affondata presso il molo commerciale del Porto di Lampedusa e disormeggiatasi lo scorso fine settimana a seguito di condizioni meteo marine particolarmente avverse, ostacolava la navigazione in sicurezza.

L’emergenza sull’isola

La condizione emergenziale presente sull’isola, causata dai numerosi relitti spiaggiati o peggio affondati, ha indotto ADM a costituire la società in house Recupero e Smaltimento S.p.A., per la quale mancano le ultime formalità pur essendo stato acquisito il parere della Corte dei conti e della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, come indicato dall’Avvocatura Generale dello Stato.

Non accadeva da oltre 20 anni

Un lavoro, quello predisposto dall’Agenzia delle Dogane, che era stato richiesto in più di un’occasione dal sindaco Totò Martello. Grazie a questo strumento operativo sarà possibile procedere al completo sgombero dei relitti presenti sull’isola, come non accadeva da oltre 20 anni. L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli è impegnata nel continuo miglioramento dei servizi che, nell’ambito delle proprie prerogative istituzionali, presta quotidianamente alla collettività. Per l’intervento è stato necessario l’arrivo di un pontone che, con il supporto di un rimorchiatore, rimuoverà quattro grosse imbarcazioni: una da Cala Palme, due dal molo commerciale ed una dal molo Favaloro.

Martello “Giorno importante per Lampedusa e nostro mare”

“Oggi è un giorno importante per Lampedusa e per il nostro mare – diceva nei giorni scorsi  il primo cittadino – finalmente si stanno rimuovendo queste imbarcazioni che, specialmente quando c’è stato forte vento di libeccio, in alcuni casi hanno provocato danni ambientali e rischi anche alle infrastrutture portuali. Avevamo chiesto la rimozione già lo scorso settembre, meglio tardi che mai”.

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