Dopo sei mesi di custodia cautelare in carcere è stato processato e assolto Domenico Pecoraro di Roccapalumba. La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Marco Gaeta, il quale, nell’ambito del giudizio concluso con le forme del rito abbreviato, ha stabilito che per una ipotesi di reato l’imputato doveva essere mandato assolto “per non aver commesso il fatto” e per l’altra, invece, con la formula perché “il fatto non sussiste”.
Le accuse
Domenico Pecoraro era accusato e per questo ristretto dal novembre 2022 di avere illegalmente detenuto una pistola da sparo occultandola all’interno dell’abitazione con l’aggravante di avere agito avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis della associazione mafiosa e quindi dell’utilizzo del cosiddetto metodo mafioso.
Sempre a Pecoraro veniva contestata la ipotesi della ricettazione dell’arma. All’esito del processo il pubblico ministero aveva chiesto per lui la condanna alla pena di cinque anni di reclusione, il giudice, invece, in accoglimento delle richieste del suo difensore di fiducia, avvocato Giuseppe Minà, ha assolto l’imputato con la più ampia formula disponendo conseguentemente l’immediata scarcerazione dello stesso.
I fatti a Roccapalumba
fatti si sarebbero svolti a Roccapalumba nell’anno 2022 e sarebbero stati accertati, secondo la ricostruzione accusatoria, anche attraverso l’acquisizione di numerose intercettazioni ambientali disposte nell’ambito della più complessa operazione denominata “Maestro” che ha riguardato il territorio di Roccapalumba e dintorni.
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