La direzione investigativa antimafia ha eseguito un decreto di sequestro di prevenzione emesso dal tribunale di Palermo nei confronti di un pregiudicato della provincia di Agrigento, già condannato in due distinti procedimenti penali con sentenza definitiva, per i reati di associazione mafiosa, omicidio e porto abusivo di armi, in ragione dei quali ha scontato una pena detentiva di 15 anni complessivi.
La vicenda si inquadrava in un contesto territoriale nell’ambito del quale erano state svolte indagini che avevano ricostruito gravi reati, anche omicidiari, commessi nella provincia di Agrigento dall’organizzazione mafiosa, fino al 1999.
Gli accertamenti patrimoniali
Gli accertamenti patrimoniali eseguiti hanno dimostrato che l’uomo, per un lungo periodo, privo di fonti di reddito, aveva avuto la disponibilità di risorse finanziarie dirette e/o del proprio nucleo familiare del tutto insufficienti, anche solo per sostenere l’ordinario fabbisogno, incompatibile con le somme versate per l’acquisto dell’abitazione dove ancora oggi vive.
Il sequestro ha interessato parte dell’immobile ed un locale di pertinenza, occupato dall’uomo.
A gennaio il sequestro beni per 700 mila euro a esponente clan Inzerillo
A gennaio, la polizia ha eseguito un provvedimento della sezione misure di prevenzione nei confronti di Francesco Di Filippo, 45 anni, di sequestro beni costituito da una comunità alloggio per anziani, un’impresa funebre, una attività commerciale di rivendita di caffè, un veicolo commerciale, una porzione di villa bifamiliare sita nel comune di Carini, un natante con motore fuoribordo da 150 cv e 19 rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato di circa 700.000 euro.
Di Filippo indagato nell’operazione New Connection del 2019 che colpì il mandamento mafioso di Passo di Rigano e la famiglia degli Inzerillo, è stato condannato alla pena dieci anni e mesi otto di reclusione con sentenza emessa dal gup di Palermo nel giugno 2021, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata.
L’uomo è stato coinvolto anche nell’inchiesta Padronanza del 2020 condotta sempre dalla polizia nell’ambito del mandamento mafioso della “Noce” ed in particolare della famiglia mafiosa di “Cruillas”. La pena è stata confermata in appello lo scorso 20 febbraio.
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