Alla fine ha confessato. Carmelo Rubino, 68 anni ha ammesso di avere ucciso il suo vicino di podere in campagna. Ci sono volute dieci ore di interrogatorio prima che cedesse. caduto più volte in contraddizione alla fine ha raccontato una parte della verità. E’ stato lui a uccidere Vincenzo Sciascia Cannizzaro, pure lui di 68 anni, il vicino con cui da anni era in continua lite per l’utilizzo della strada di campagna, in contrada Russo Calici, che divide due appezzamenti di terreno di proprietà dei due.

Ma mentre gli investigatori pensano ad un delitto premeditato o almeno con diverse aggravanti, lui parla di legittima difesa perché sarebbe stato aggredito dalla vittima e al culmine della discussione sarebbero partiti due colpi dalla pistola che aveva in mano, una calibro 7,65 illegalmente detenuta della quale, però, si è poi disfatto. Due colpi partiti per incidente ma che hanno raggiunto la vittima alla testa, entrambi

Ora gli inquirenti cercano la pistola. Nelle loro ispezioni hanno trovato i bossoli. ma cercano anche i testimoni. braccianti che stavano vendemmiando nei terreni intorno alla strada interpoderale dove è avvenuta la discussione e l’omicidio. Sono fuggiti tutti,m quei braccianti, e non si trovano neanche loro. gli investigatori suppongono che molti fossero in nero, alcuni magari extracomunitari senza permesso di soggiorni. in questo caso rintracciarli sarà difficile.

Sono fuggiti per paura degli spari ma anche di essere coinvolti nella vicenda e magari dover spiegare la loro presenza. la loro testimonianza sarebbe importante. Così come ritrovare l’arma, per definire il contesto e chiarire l’accusa la muovere. Si perché il Pm è convinta fortemente della premeditazione e vuole presentare una accusa pesante e fare di questa vicenda un esempio per stroncare la recrudescenza di violenza per futili motivi che si registra nelle campagne agrigentine teatro, negli ultimi mesi, di troppi episodi simili

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