Tre persone originarie di Canicattì (AG) sono morte nel giro di pochi giorni, stroncate dal Covid19. I tre abitavano in Germania ma la comunità del comune agrigentino si è stretta attorno al dolore di tutti quanti conoscevano le tre vittime.

La tragedia a Pforzheim

Erano appartenenti a uno stesso nucleo familiare e sono morti a distanza di pochi giorni per aver contratto il Covid in Germania dove risiedevano. A morire il 3, 13 e 15 dicembre a Pforzheim sono stati rispettivamente Massimiliano Patti di 20 anni, il padre Claudio Patti di 58 anni e la madre Rita Di Naro di 49 anni. Secondo quanto si è appreso, nessuno dei tre aveva fatto il vaccino. I parenti hanno scritto un necrologio su un sito tedesco specializzato nel ricordo dei defunti.

L’appello del sindaco agrigentino

Ieri i casi di positività a Canicattì erano in aumento: ben 139 i positivi. “Evitate gli assembramenti, i baci, gli abbracci, usate i dispositivi di protezione (mascherine), igienizzatevi le mani, lavatele frequentemente e soprattutto… vaccinatevi”, è l’appello sui social network lanciato dal Comune agrigentino. “Ho già allertato tutte le forze dell’ordine presenti in città – scriveva ieri il sindaco Vincenzo Corbo su Facebook – per un ferreo controllo del territorio, dove si prospetta anche la chiusura di quei locali dove gli appelli al buonsenso cadono sistematicamente nel vuoto. Nei prossimi giorni mi prefiggo di fare una nota al Presidente della Regione Nello Musumeci per una sempre più probabile dichiarazione di Zona Arancione”.

La situazione siciliana preoccupa

Il Covid19 galoppa in Sicilia anche se meno rispetto al resto d’Italia. Nell’isola si è quasi raggiunta la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti e si pensa a nuove restrizioni. L’incidenza cumulativa in Sicilia, con oltre 11.000 casi al 28 dicembre, si avvicina ai 250 casi ogni 100.000 abitanti con un rapido incremento nell’ultima settimana in tutte le province ed un particolare interessamento nell’area centro-orientale. Per quanto riguarda i tassi d’incidenza la Sicilia è al di sotto della media nazionale ma nel periodo tra il 20 ed il 26 dicembre è ancora aumentato il numero dei focolai (sono 3.649 rispetto ai 2.726 della scorsa settimana) e quello dei nuovi casi non associati a catene di trasmissione già note (5.477 rispetto ai 3.151 della settimana precedente). Questo ultimo dato evidenzia la necessità di rafforzare le capacità di tracciamento dei casi e dei contatti nel ricostruire le catene di contagio.