Da 4 anni è scomparsa da Favara e nel giorno del 31° compleanno il sindaco della cittadina dell’Agrigentino ha deciso di lanciare un appello. Si chiede la verità per quella sparizione sospetta e improvvisa di Jessica Lattuca che proprio oggi avrebbe compiuto 31 anni.

L’appello

Vogliamo la verità. La vuole Favara, la vogliono i cittadini onesti”. E’ questo l’appello lanciato dal sindaco di Favara Antonio Palumbo. La giovane, mamma di bambini piccoli, scomparve il 12 agosto del 2018. Da allora, nonostante gli sforzi investigativi di carabinieri e Procura, di Jessica non s’è saputo più nulla. L’unico indagato, fino ad ora, è stato il compagno della donna: Filippo Russotto.

Incertezza e sconforto

“E’ in questa incertezza terribile il senso di questa vicenda, che addolora una famiglia e getta un’onta indelebile su un’intera comunità – scrive il sindaco di Favara -. In questi anni si sono moltiplicate le ipotesi, le piste, le false notizie. L’unica cosa certa è che la mamma di quattro figli, e una figlia lei stessa, è scomparsa: inghiottita dal silenzio, dalla complicità, dall’omertà”.

Le ultime ipotesi investigative

Sulla base delle ultime ipotesi investigative gli inquirenti si erano concentrati sulla pista dei ricatti sessuali in cui sarebbero state coinvolte, oltre alla stessa Jessica, anche Serena Restivo e altre due giovani donne: Silvana Ragaccio di Castrofilippo e Teresa Noto di Favara. I loro nomi erano già stati fatti in precedenza dopo la scoperta di una scritta su un muro in contrada Crocca che indicava il soprannome di un favarese come possibile coinvolto nella sparizione di Jessica Lattica. Non sono mai emersi dettagli circa gli esiti degli interrogatori.

I beni dissequestrati all’ex compagno

Due case rurali, l’appartamento di Favara, due auto e una moto appartenenti a Filippo Russotto, ex compagno della giovane mamma scomparsa da Favara, furono dissequestrate nel novembre del 2018 dall’autorità giudiziaria. L’uomo era finito sotto indagine per sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Jessica Lattuca. I suoi beni erano stati sequestrati alla ricerca di tracce biologiche che potessero riportare a Gessica. Ma gli esami sulle macchie di sangue rintracciate nel bagno di una delle abitazioni del Russotto non sono risultate compatibili e l’uomo è stato scagionato.

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