I giudici del Tribunale del Riesame hanno scarcerato ieri l’ex presidente di “Girgenti Acque”, Marco Campione, personaggio chiave della maxi inchiesta “Waterloo”, nell’ambito dell’indagine sui colletti bianchi e sul presunto sistema di corruzione  e favori intorno alla gestione del servizio idrico, ipotizzato dalla Procura di Agrigento.

Ordinanza cautelare annullata

I giudici – come riporta il Giornale di Sicilia – hanno annullato l’ordinanza cautelare per Campione, accusato di avere messo in piedi un sistema di corruzione e “dominus” di un potere, e favori intorno alla gestione del servizio idrico. Accolte le richieste dei suoi difensori, gli avvocati Lillo Fiorello e Omar Giampaolo Mohamed Ahmed, sostenendo che il “sistema Campione” ipotizzato dalla Procura – secondo cui l’imprenditore aveva asservito politici, imprenditori, uomini delle istituzioni, forze dell’ordine e professionisti – non esisteva.

Il dispositivo del tribunale che è stato depositato ieri, nel tardo pomeriggio, ha annullato l’ordinanza cautelare emessa dal gip Francesco Provenzano.

Altri due indagati ai domiciliari

Analoga decisione per altri due indagati: Angelo Piero Cutaia, 51 anni, direttore amministrativo di Girgenti Acque e il dipendente Calogero Patti, 53 anni. L’avvocato Giuseppe Scozzari nel corso dell’udienza ha chiesto ai giudici di annullare l’ordinanza del gip con cui sono stati applicati ai due indagati gli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico.

Gli altri indagati

Attendono l’esito anche Gian Domenico Ponzo, 54 anni, direttore generale di Girgenti Acque e Pietro Arnone, 58 anni, amministratore unico di Hydortecne, società gemella di Girgenti Acque. I loro legali Giuseppe Scozzari e Giuseppe Dacquì hanno chiesto ai giudici di annullare l’ordinanza del gip che li aveva posti ai domiciliari. Esito scontato dato che i giudici hanno annullato l’associazione per il personaggio principale.

L’inchiesta è condotta dal procuratore Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dai pm Sara Varazi, Antonella Pandolfi e Paola Vetro. Secondo l’accusa, l’ex presidente di Girgenti Acque avrebbe messo in piedi una vera e propria rete di professionisti, politici, pubblici funzionari, uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine, corrompendoli o, comunque, asservendoli, con la distribuzione di posti di lavoro. La difesa ha insistito a lungo sull’insussistenza dei gravi indizi e sulla mancanza di esigenze cautelari poiché si tratta di fatti molto vecchi e che la società è commissariata dal 2018.

 

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