Una distribuzione di probabili esche avvelenate che, a sentire i volontari, potrebbe essere stata più massiccia di quanto finora emerso.
Più cani sono morti a Lampedusa, anche in zone centrali del centro abitato. Si teme ora per i gatti che ad oggi non risulterebbero alla conta dei volontari.
Una probabile sostanza di uso agricolo a giudicare dalla più evidente sintomatologia, ossia l’intensa bavazione. Alcune voci hanno riferito di un prodotto bluastro. Nel caso venisse appurato, potrebbe trattarsi di metaldeide usata nella prodizione dei lumachicidi.
Un fatto grave che ha suscitato lo sdegno di tanti Lampedusani e dello stesso Sindaco Giusy Nicolini che ha subito condannato il gesto. Foto tremende che nei veloci canali della comunicazione dei social media sono arrivate direttamente in quella che è una delle principali risorse dell’isola. Molti turisti, infatti, sono legati ai cani del posto ed in tal maniera sono stati velocemente informati di quanto successo.
Quello che angoscia è altresì il timore di un ritorno al passato, quando nell’isola si erano verificati più casi di cani morti avvelenati. Una grande campagna di sterilizzazione, voluta dal Comune e dall’ASP di Palermo in collaborazione con i volontari, era stata ben accettata e favorita dagli abitanti. Con i cani si era così creato un rapporto più consapevole, ma qualcuno, nonostante la capillare diffusione delle sterilizzazioni, non doveva essere d’accordo.
I primi cani, a quanto sembra, sono stati colpiti già la scorsa settimana. Da ieri mattina, invece, quelli del centro abitato. Animali microchippati e, si dice, in qualche caso con proprietari.
Seppia, Gessy, Flucke, questi i nomi di alcuni dei quattro zampe che hanno perso la vita per un insano gesto. Le prime denunce sono già state presentate, ma ci vorrà del tempo per capire il reale danno causato dal probabile avvelenamento. Nessuno si illude, rintracciare chi ha distribuito le esche non sarà semplice.
Commenta con Facebook