Tornano in tv le indagini di Saverio Lamanna. E’ andata in onda ieri, in prima serata su Rai 1, la prima puntata della seconda stagione di Màkari, la fiction tv tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, con protagonista Claudio Gioè nei panni del giornalista e investigatore Saverio Lamanna, affiancato dal grande amico Piccionello (Domenico Centamore).
Diretta da Michele Soavi e realizzata da Palomar e Rai Fiction, Màkari è premiata da un pubblico numeroso ed appassionato.
La prima puntata della seconda stagione è stata seguita da 5.418.000 spettatori pari al 25.4% di share.
Le riprese della seconda stagione sono state realizzate a partire dal 13 settembre 2021.

Il delitto di Kolymbetra

L’episodio di ieri sera, dal titolo “Il delitto di Kolymbetra”, ha portato gli spettatori in uno dei luoghi più belli al mondo, patrimonio Unesco, cioè la Valle dei Templi di Agrigento, dove viene trovato il cadavere del professor Demetrio Alù, l’archeologo che si stava occupando del ritrovamento del Tempio di Akragas.
Nel frattempo, Lamanna può finalmente riabbracciarsi con Suleima (Ester Pantano) che lo invita però ancora una volta a seguirlo a Milano, dove la ragazza si è trasferita per affermarsi professionalmente.

La seconda stagione miscela più generi

Nella seconda stagione, ambientata un anno dopo i fatti della prima, Saverio Lamanna si troverà ad affrontare tre nuove indagini (una per puntata).
“Ho cercato di miscelare più generi: oltre al “giallo” si passa dal sentimentale alla commedia, dal mélo al dramma con punte di grottesco creato dalle situazioni dei personaggi che colorano le storie. Il nostro protagonista è come un naufrago sballottato dalle onde degli avvenimenti che lo scuotono e gli fanno prendere coscienza di quanto fosse inutile il suo vissuto precedente”, ha detto il regista Michele Soavi.

Le prossime puntate

Ogni puntata di Makari ha la durata di un’ora e 40 minuti. La seconda e la terza puntata della nuova stagione andranno in onda il 14 ed il 21 febbraio, alle 21.25.

Il cast

Il cast è formato da Claudio Gioè, Domenico Centamore, Ester Pantano, Antonella Attili (Marilù), Filippo Luna (il vicequestore Giacomo Randone), Andrea Bosca (Teodoro Bettini, una new entry), Tuccio Musumeci (il padre di Saverio), Sergio Vespertino, Giulia Cutrona (Emma Piccionello). Poi, molte guest – star, come Bruno Torrisi, Lorenzo Crespi e Cristina Marino, la moglie dell’attore Luca Argentero.
La sigla è stata scritta da Ignazio Boschetto e cantata da Il Volo. I nuovi episodi della serie tv sono scritti da Leonardo Marini, Attilio Caselli e Salvatore De Mola, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi.

Le riprese in Sicilia

Il produttore Carlo degli Esposti dice di essere affezionato a Màkari per la sua leggerezza: “In questa stagione oltre al Trapanese siamo andati nell’Agrigentino. Nella serie tv sono trattati grandi temi come l’essere e l’etica”.
Dice Domenico Centamore: “Il mio personaggio, con le sue infradito le sue magliette sgargianti, i sui pantaloni corti è colori, è gioia, è la nostra Sicilia. In questa serie è cresciuto. Si scopriranno delle cose private”. Gioè sottolinea: “Piccionello non è la mia spalla, sono di fatto io la sua”. Dichiara Andrea Bosca: “I miei colleghi hanno un talento ben preciso, mi hanno ben accolto. La cosa importante è quella di sentirsi in famiglia”.
Quanto di Claudio c’è in Saverio e viceversa? “Noi siciliani abbiamo dentro una sorta di tragedia greca da mostrare in piazza, ma è anche un modo per celare delle fragilità. Il carattere di Saverio è quello comune a tanti siciliani”, risponde Gioè. A Màkari si sente a casa anche Ester Pantano: “Nelle mie vene scorre anche sangue palermitano e il trapanese è diventato la mia casa”. Del personaggio di Suleima sottolinea la crescita: “Lei vive una trasformazione, portando equilibrio tra la professionalità e la vita. Suleima è un cambio di sguardo davanti a problematiche enormi che possono essere smontate e rimontate per essere gestite al meglio”.

Lo scrittore Savatteri

La serie rappresenta una Sicilia lontana, spiega lo scrittore Savatteri, “da certi stereotipi in cui l’abbiamo vista in bianco e nero e tragicamente dominata da tematiche violente e drammatiche, specchio della sua storia degli ultimi cinquant’anni. Andrea Camilleri, con Montalbano, ha aperto la porta a un racconto che usciva da quegli archetipi. Ci ha portato per primo in una Sicilia in cui ci sono anche luce e la capacità di far ridere e sorridere e che è diventata protagonista di un altro tipo di racconto”.

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