L’ennesima tragedia dell’immigrazione si è consumata nel pomeriggio al largo di Lampedusa: un’imbarcazione con a bordo una quarantina di persone si è rovesciata a 23 miglia sud-ovest della maggiore delle Pelagie. Al momento il bilancio del naufragio è di un minore morto e due dispersi. Una sorte migliore hanno avuto invece un gruppo di profughi riusciti a mettersi in salvo dopo che il barchino su cui viaggiavano s’è schiantato, nella tarda serata di ieri, contro gli scogli della maggiore delle Pelagie.
La tragedia
Bloccati sulla costa – di fronte il mare in tempesta e onde di 4 e 5 metri e alle spalle una scogliera di 140 metri impossibile da scalare – in 20 sono prigionieri della rupe di Ponente. I migranti in salvo, tutti adulti, sono riusciti ad arrampicarsi su una piccola insenatura dove dovranno restare almeno fino a domattina. Le motovedette della Guardia costiera, le Cp327 e Cp762, non sono riuscite ad avvicinarsi, né durante la notte, né nel corso della giornata. I tentativi sono stati tanti, ma soccorrerli per i militari è stato impossibile. Per l’intera giornata, s’è aspettato un momento di sosta, di attenuazione delle onde, che però non c’è stato. I vigili del fuoco, a partire dalla tarda mattinata, e dopo innumerevoli sforzi, sono riusciti a calare dall’alto i sacchetti con viveri, bottigliette d’acqua e delle coperte termiche. Le temperature si sono abbassate anche a Lampedusa e il Maestrale, arrivato a 30 nodi, è, in quel punto chiamato “All’Acqua”, molto forte. Impossibile, proprio a causa del vento, che ha anche rallentato gli sbarchi – oggi sono stati 4, con un totale di 325 migranti- far intervenire un elicottero per imbracare e sollevare le persone.
La vita di Eli
Intanto non molto distante, in centro abitato, Lampedusa è tornata a celebrare la vita: una 32enne ivoriana, durante la notte, ha partorito al Poliambulatorio. Eli, il piccolo di 2,8 kg, è il secondo bambino, figlio di migranti, che viene al mondo a Lampedusa nell’arco di 2 anni. Sulla più grande delle isole Pelagie, a causa delle scarse attrezzature medico-sanitarie, non nascono bambini, figli di lampedusani, dal 1970. Già il 31 luglio del 2021, al Pte di Lampedusa si era verificato quello che i lampedusani definiscono “un miracolo”: Rita, una donna della Costa d’Avorio, ha messo al mondo Maria, così chiamata in onore di Maria Raimondo, infermiera di Corleone che era in servizio all’ambulatorio quando la madre è arrivata. Ad aiutare, durante la notte, la 32enne è stata l’equipe guidata dal ginecologo dell’Asp di Palermo, Ugo Polizzotti, coadiuvato dal pediatra Giacomo Marchese, dal chirurgo Domenico Capizzi, dal cardiologo Nicola La Manna, dalle rianimatrici Angela Sferruzza e Daniela Palma e dai sanitari di guardia medica Maria Ylenia Di Paola e Alberto Spataro. Appena poche ore prima, nella stessa struttura di contrada Grecale, era arrivata una giovane nigeriana che, al nono mese di gravidanza, aveva perso il bambino dopo lo sbarco. La donna è stata trasferita, con elisoccorso del 118, all’ospedale di Agrigento.
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