Niente funerali pubblici per Diego Tardino, Angela Baldacchino, e i figli Alessia e Vincenzo, le quattro vittime della strage di Licata. Lo dispone la Questura di Agrigento che ha autorizzato la sola benedizione delle salme.
La decisione arriva dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui hanno preso parte diverse autorità, che si è svolta in Prefettura. Troppe tensioni e troppi rischi hanno impedito la celebrazione dei funerali nella forma pubblica dopo la tragedia di Contrada Safarello. Per l’occasione sarà predisposto un servizio d’ordine particolarmente rinforzato.

Al cimitero solo 10 persone

I funerali si svolgeranno oggi al cimitero di Licata dove potranno accedere solo 10 persone. In città sarà lutto cittadino, cosi come era stato comunicato dal sindaco Pino Galanti. Divieto anche per i funerali dell’assassino Angelo Tardino che si svolgeranno alla stessa maniera giovedi 3 Febbraio.

La ricostruzione della strage

Intanto gli inquirenti pensano di avere oramai completato la ricostruzione dei fatti, anche sulla base dell’analisi della scena del crimine. Angelo Tardino si è recato nella casa di campagna del fratello ed ha esploso diversi colpi di arma da fuoco. Prima ha ucciso il fratello e la moglie di lui, poi i due figli. Vincenzo, 11 anni, il più piccolo della famiglia, aveva sentito gli spari e le urla dalla sua stanza e aveva tentato di mettersi in salvo nascondendosi sotto il letto ma il killer spietato non ha avuto pietà. Poi quest’ultimo si è allontanato e si è a sua volta ucciso con un colpo alla tempia.

Eseguita l’autopsia sui corpi

L’autopsia potrebbe aiutare a chiarire anzitutto come si sono svolti i fatti, in che ordine cronologico e così cristallizzare la tragica scena della strage. Anche se gli inquirenti sono convinti di aver oramai già chiarito una buona fetta di quanto accaduto e del movente soprattutto. Si parla di una eredità contesa tra i due fratelli che continuavano ad avere dei litigi. Liti per la suddivisione della “roba” di famiglia, centinaia e centinaia di ettari di terreno dove vengono coltivati carciofi e primaticci in serra come zucchine e pomodori, andavano avanti da tempo, forse da anni. Un tarlo che si è insinuato nella mente di Angelo Tardino, arrivato a compere la strage.