Iniziano oggi le autopsie sui 5 corpi delle vittime della cosiddetta strage di Licata in cui hanno perso la vita i 4 componenti di un nucleo familiare d un quinto, l’assassino, che dopo la carneficina si è suicidato. Stando alle prime indiscrezioni sarebbero 12 i colpi andati a segno dalle tre armi utilizzate da Angelo Tardino, 48 anni, per compiere la strage e uccidere il fratello, la moglie e i due suoi due figli. Proprio per l’elevato numero di esami da effettuare si ipotizza che in giornata questo lavoro non sarà completato dallo staff del medico legale incaricato dalla Procura di Agrigento.

La ricostruzione della scena del crimine

Intanto gli inquirenti pensano di avere oramai completato la ricostruzione dei fatti, anche sulla base dell’analisi della scena del crimine. Angelo Tardino si è recato nella casa di campagna del fratello ed ha esploso diversi colpi di arma da fuoco. Prima ha ucciso il fratello e la moglie di lui, poi i due figli. Vincenzo, 11 anni, il più piccolo della famiglia, aveva sentito gli spari e le urla dalla sua stanza e aveva tentato di mettersi in salvo nascondendosi sotto il letto ma il killer spietato non ha avuto pietà. Poi quest’ultimo si è allontanato e si è a sua volta ucciso con un colpo alla tempia.

Cristallizzare la scena

L’autopsia potrebbe aiutare a chiarire anzitutto come si sono svolti i fatti, in che ordine cronologico e così cristallizzare la tragica scena della strage. Anche se gli inquirenti sono convinti di aver oramai già chiarito una buona fetta di quanto accaduto e del movente soprattutto. Si parla di una eredità contesa tra i due fratelli che continuavano ad avere dei litigi. Liti per la suddivisione della “roba” di famiglia, centinaia e centinaia di ettari di terreno dove vengono coltivati carciofi e primaticci in serra come zucchine e pomodori, andavano avanti da tempo, forse da anni. Un tarlo che si è insinuato nella mente di Angelo Tardino, arrivato a compere la strage.

Le paure della figlia maggiore

Gli inquirenti stanno sentendo parenti e amici delle vittime. E mano a mano che passano le ore arrivano le conferme di questa ricostruzione fatta dagli inquirenti. Diversi compagni di scuola di Alessia Tardino, la 15enne rimasta vittima della furia dello zio, hanno sostenuto che era preoccupata e parlava spesso di questi contrasti sorti tra suo padre e  per l’appunto il fratello. “Litigano continuamente” avrebbe raccontato. Stando sempre a quel che si è raccolto in queste ore la madre dei due ragazzini avrebbe detto loro di non preoccuparsi, che lo zio alzava la voce ma che poi tutto passava.

 

 

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