Si è appena conclusa l’operazione “Phoenix 5”,  coordinata dalla Direzione Marittima di Palermo. Oggetto degli interventi il controllo sulla pesca che ha portato ad operare, dal 13 febbraio al 5 marzo, gli uomini della Capitaneria di porto di Porto Empedocle e degli Uffici Circondariali Marittimi di Sciacca, Lampedusa e Licata su tutta l’area di giurisdizione, sia a terra che a mare.

Particolare attenzione è stata posta al rispetto della normativa sulla tracciabilità e rintracciabilità del pescato, ponendo sotto sequestro complessivamente circa 850 chilogrammi di pescato rinvenuti nella disponibilità di venditori ambulanti. Gli stessi sarebbero stati intenti nella vendita presso i mercati rionali di Agrigento, Porto Empedocle e Naro, ovvero fermati dalle pattuglie automontate lungo le strade regionali e provinciali, ovvero presso rivendite di surgelati, ristoranti o pescherie, il tutto in violazione del Decreto Legislativo 4/2012. Ai contravventori sono state applicate sanzioni per un totale complessivo di 23.000 euro.

Sempre nell’ambito dei controlli, all’interno dell’area portuale di Porto Empedocle è stato rinvenuto un furgone che trasportava circa 80 chilogrammi di novellame di sarda, pescata in difformità della normativa italiana ed europea che vieta la cattura di specie ittiche allo stato giovanile, mentre altri 82 chilogrammi sono stati rinvenuti a Sciacca. Ai contravventori, oltre al sequestro del pescato, è stata applicata la sanzione di 12.000 euro.

Sempre in tema di pesca del novellame di sarda da rilevare l’individuazione di tre chilometri di reti del tipo “tartarone”. Secondo quanto riportato dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, sarebbe proprio quella utilizzata per la cattura del novellame di sarda. Si tratta della famosa quanto illegale neonata. Le rete non lascia spazio ai milioni di pesciolini mai nati. Non saranno mai adulti per un mare sempre più povero.

Il sequestro è avvenuto nelle mare antistante la località Maddalusa, mentre un altro mezzo chilometro di “tartarone” è stato posto sotto sequestro dalla stessa Guardia Costiera nei pressi di Sciacca.

Un lavoro intenso quello dei militari che altresì portato al sequestro nelle acque tra Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Siculiana e Sciacca di ben 12500 metri di reti da posta e un palangaro da 300 ami. Secondo la Guardia Costiera sarebbero stati illecitamente utilizzati da pescatori non professionisti ai quali sono state contestate sanzioni amministrative per un totale di 10.000 euro. Le reti sarebbero state abbandonate in mare senza i segnalamenti previsti risultando così pericolose per la sicurezza della navigazione.

Di particolare rilievo, poi, è stata l’attività condotta in collaborazione con un aereo della Guardia Costiera denominato Manta 10-03. Il mezzo è stato impiegato in un pattugliamento aereo della costa siciliana, che ha consentito di individuare in prossimità della Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa un’imbarcazione da traffico, che sarebbe stata illecitamente utilizzata per la pesca. Nei confronti del conduttore è stata applicata una sanzione di 4.000 euro oltre che il sequestro degli attrezzi.

L’attività della Guardia Costiera di Porto Empedocle, però, non si ferma qui. Il personale militare operante all’interno del porto, infatti, ha rinvenuto un’imbarcazione da pesca che rientrava agli ormeggi e che aveva intrapreso la navigazione nonostante fosse in disarmo e, quindi, sprovvista di tutta la documentazione necessaria per navigare: nei confronti del conduttore sono state applicate sanzioni per un ammontare complessivo di 3300 euro.

Infine, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa ha elevato una sanzione nei confronti di un peschereccio tunisino intento in una battuta di pesca in acque nazionali italiane senza le dovute autorizzazioni.

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