Escluse qualsiasi responsabilità, il Gip del tribunale di Agrigento ha quindi disposto l’archiviazione dell’indagine a carico di nove medici dell’ospedale San Giovanni di Dio.

Erano accusati di avere provocato la morte di una donna di 88 anni di Racalmuto. La consulenza disposta dalla Procura, tuttavia, ha escluso qualsiasi responsabilità arrivando alla conclusione che la morte è stata provocata da una insufficienza cardiorespiratoria acuta non riconducibile all’operato dei sanitari.

Il giudice per le indagini preliminari, quindi, ha disposto l’archiviazione come chiesto dal pubblico ministero Rita Barbieri. I familiari della donna non si sono opposti e il procedimento a carico dei sanitari (difesi fra gli altri dagli avvocati Daniela Posante e Francesco Gibilaro) è stato archiviato.

Morì dopo aver chiesto aiuto a tre ospedali, medici assolti

Era stato indicato come un caso di malasanità ed era finito sulla stampa con il racconto di una malattia cardiaca non diagnosticata nonostante numerose visite e la peregrinazione fra vari ospedali. A distanza di sei anni e dopo indagini, richieste di archiviazione e una imputazione coatta disposta dal gip contro il parere della pubblica accusa, per la giustizia non ci fu malasanità.

A fine febbraio scorso il giudice della terza sezione penale del Tribunale di Palermo Alessia Lupo ha assolto i medici Giuseppe Follone e Maria Raccuglia nel processo sulla morte di Simona Lorico, 37 enne palermitana cassiera di un supermercato morta nell’aprile del 2018 dopo essere stata visitata da diversi dottori in tre ospedali diversi.

Dopo numerosi accertamenti e indagini il gip aveva disposto l’imputazione coatta nei confronti di Follone e Raccuglia, medici dell’ospedale Ingrassia di Palermo, con l’accusa di omicidio colposo della paziente archiviando, invece, l’indagine per altri tre sanitari. Adesso anche per i due medici finiti a processo difesi dagli avvocati Demetrio Basso e Salvatore Alberto Zammataro, Marianna Raccuglia e Gabriella Cadelo è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

I giudici hanno condiviso la ricostruzione degli eventi effettuata dalla difesa e ritenuto che non ci fu dolo ne, di conseguenza, omicidio colposo perché l’evento mortale fu improvviso. La donna stava male e si era rivolta prima all’ospedale Ingrassia e poi al Civico e, infine, al Policlinico. Il pm aveva chiesto l’archiviazione per tutti, sulla base delle indicazioni dei consulenti e ritenendo che la dissezione aortica (disfunzione cardiaca accertata dopo la morte) non fosse diagnosticabile con gli strumenti a disposizione nei pronto soccorso, ovvero l’elettrocardiogramma e la radiografia.