Ma minorenne tunisina ora all'hotspot

Perse due fratelli in naufragio sul Mediterraneo, dimessa da poliambulatorio di Lampedusa

Ha lasciato il poliambulatorio ed è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa la diciassettenne tunisina che, venerdì scorso, in acque Sar Maltesi, ha perso due fratelli di 7 e 27 anni. Nel naufragio del barchino sul quale viaggiavano la giovane è finita in acqua dove è rimasta per circa 4 ore, vedendo scomparire fra le onde i fratelli.

A prendersi cura di lei, oltre ai medici, suor Maria Ausilia, una salesiana che da tre anni opera a Lampedusa e che, assieme ad altre due monache, assiste i migranti che sono più in difficoltà. “Era un po’ più serena ed è stata dimessa – racconta suor Maria Ausilia –. È stata portata all’hotspot dove mi appresto ad andare per cercare di incontrarla”.

Dal momento dello sbarco in poi, la diciassettenne – di cui non è chiaro il nome – ha sempre visto accanto suor Maria Ausilia. Ed è per questo motivo, per cercare di continuare a portarle serenità, che la salesiana vuole incontrare all’hotspot, la ragazza. Le quattro donne, superstiti del naufragio, sono state assistite ieri e oggi da un’equipe di Medici senza frontiere. Otto i cadaveri, fra cui quelli di due donne, che dopo il doppio naufragio di venerdì, sono stati recuperati.

Leggi anche

La sfilata dei cadaveri, 8 morti e 34 dispersi, oltre 2.500 migranti ‘ammassati’ a Lampedusa

Mare mosso blocca trasferimenti da Lampedusa

Trasferimenti di migranti bloccati dall’hotspot di Lampedusa verso Porto Empedocle. Nessuno dei due traghetti di linea, a causa del mare agitato nel canale di Sicilia, ha mollato l’ancora e quindi, nonostante la Prefettura di Agrigento avesse pianificato nuovi spostamenti, non è stato possibile realizzarli. Nella struttura di primissima accoglienza di contrada Imbriacola restano 1.540 persone, a fronte di neanche 400 posti disponibili. L’ultimo trasferimento è stato fatto nella prima serata di ieri: in 70 con un aereo militare sono stati spostati a Cagliari.

La tragedia

La sfilata dei cadaveri a fianco di quella degli uomini e delle donne da ‘collocare‘, da assistere, a cui trovare un posto per la notte. E’ continuata la tragedia annunciata dell’immigrazione della scorsa settimana.  I corpi di tre uomini e una donna, tutti originari della Costa d’Avorio, morti nel naufragio di due barche cariche di migranti, sono stati portati nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana a Lampedusa. Sono stati sbarcati dalla motovedetta Cp303 che li ha recuperati, in area Sar Maltese.

Leggi anche

La nave di Bansky in stato di fermo a Lampedusa, “Ostacolava i soccorsi, Ong un problema”

Tratte in salvo, dai militari della Capitaneria, anche due donne che hanno riferito che “molte persone sono cadute in acqua e sono morte”.

A soccorrere i naufraghi anche un peschereccio tunisino, il “Montacer”, che ha tratto in salvo 46 migranti (19 donne e 9 minori), e li ha sbarcati al molo commerciale. I sopravvissuti hanno dichiarato di essere partiti da Sfax, in Tunisia alle ore 22 di mercoledì e di aver pagato 1.500 dinari tunisini. I migrati soccorsi dal peschereccio tunisino hanno detto di essere originari di Guinea, Costa d’Avorio, Mali, Liberia e Sierra Leone.

Leggi l'articolo completo