In un libro aveva parlato di un grande incendio della chiesa madre di Ravanusa. Un destino beffardo quello di Pietro Carmina, insegnante di storia e filosofia del Liceo Ugo Foscolo di Canicattì. C’è anche lui tra le 7 vittime della strage di Ravanusa, finite sotto le maceria delle palazzine crollate a causa dell’esplosione per via di una presunta fuga di gas.

Il libro e l’incendio di Ravanusa

Per tutti Pietro Carmina era “Il professore”. Un intellettuale amato dagli studenti del liceo Foscolo a Canicattì. Era figlio del direttore in un grande albergo di Milano. Una vita per la filosofia, autore di un libro che aveva appena ricevuto un premo Sambuca di Sicilia, “I totomè del barone”. Una storia inquietante per certi versi perché, oltre ai dolci carnevaleschi citati nel titolo, tutto ruota attorno a di un incendio della chiesa madre di Ravanusa avvenuto negli anni Trenta. Con un intero paese allora attonito alla ricerca delle cause. Un racconto che sembra presagire la tragedia avvenuta a Ravanusa.

Aveva vinto il Covid

Il prof Carmina nei mesi scorsi aveva anche vinto la battaglia contro il Covid, incrociando in ospedale Selene Pistelli, infermiera all’ospedale di Agrigento, anche lei morta assieme al marito sotto le macerie, era al nono mese di gravidanza. Una collega del Liceo lo ricorsa così l’insegnante. “Temevamo il peggio. Era intubato. Noi professori organizzammo una veglia di preghiera online. Grato lui quando seppe, pronto a sorridere sul destino che non aveva ancora fissato la sua ora, pronto a riabbracciare i suoi ragazzi, anche dopo essere andato in pensione”.

L’ultimo messaggio agli studenti

“L’unico che ci faceva fare il compito scritto di filosofia: “Così vi abituate per l’università…”. Così lo ricorda un ex alunno. E prima di lasciare la scuola Carmina aveva anche lasciato un messaggio pregno di emozione ai suoi studenti. “Un’ultima raccomandazione, mentre il mio pullman si sta fermando: non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi… Impegnatevi, non siate indifferenti, non state tutto il giorno a cazzeggiare con l’iPhone. Leggete, viaggiate, siate curiosi…”.

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