Settantadue tunisini, fra cui 8 donne e altrettanti minori, sono sbarcati a Lampedusa (Agrigento) dopo essere stati soccorsi dalla motovedetta Cp308 della Guardia Costiera a 20 miglia dalla costa. Si tratta del primo sbarco dopo circa 36 ore di stop.

Gli ospiti sono saliti a 387

La barca di 9 metri sulla quale viaggiava il gruppo è partita da Chebba, in Tunisia. I migranti sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove gli ospiti sono saliti a 387. E’ in corso però il trasferimento di 50 persone con una motovedetta della Capitaneria che farà rotta verso Porto Empedocle. Nella struttura di prima accoglienza resteranno così 337 ospiti.

Nei giorni scorsi le partenze dall’hotspot

Al 12 luglio erano 145 i migranti rimasti all’hotspot di Lampedusa che era arrivato a ospitare 1.878 persone a fronte di 350 posti disponibili. La nave San Marco della Marina militare, con a bordo 787 migranti, aveva levato l’ancora dalla rada di Lampedusa ed era partita per Pozzallo (Ragusa).

La denuncia dei giorni scorsi sulle condizioni dei migranti

Immigrati distesi, su materassi sporchissimi, in ogni angolo dell’hotspot: all’interno e all’esterno. “Montagne” di sacchi della spazzatura, traboccanti di resti di generi alimentari, cartacce e bottiglie di plastica. Vestiti gettati alla rinfusa praticamente ovunque e una distesa infinita di bottiglie di plastica lungo i corridoi che portano ai bagni dove è praticamente impossibile entrare a causa dei bisogni fisiologici e dell’odore nauseabondo. Questo era l’ l’inferno all’hotspot di Lampedusa dove c’erano 1.878 persone, a fronte di poco meno di 350 posti disponibili.”Sono tutti ammassati, ci sono anche donne, quattro sono gravide, bambini, malati e bisognosi di cure che dormono per terra dove pure mangiano, tra i rifiuti – ha scritto l’ex sindaco delle isole Pelagie Giusi Nicolini – . I posti letto sono meno di 200. Queste immagini – spiega Nicolini – potrebbero essere della Libia. Ma no, è l’Italia”.

 

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