- In libreria “Nel cortile di Nenè”, il romanzo giallo di Lucia Spinella
- L’autrice siciliana vive da anni in Piemonte ma non ha mai dimenticato la terra d’origine
- Il romanzo è ambientato a Burgio, nell’Agrigentino
Torrescirtea è una località non del tutto immaginaria: Scirtea infatti veniva chiamata l’ampia zona che va da Chiusa Sclafani a Burgio fino a Caltabellotta. Nella località Cristia, a pochi chilometri da Burgio, sono ancora visibili i resti di due fortezze che furono probabilmente abitate dai Sicani. Lì, verosimilmente, c’era il primo insediamento urbano di Burgio, paesino dell’entroterra agrigentino, dove l’autrice del giallo Lucia Spinella ha ambientato il suo romanzo, “Nel cortile di Nenè” (Land Editore).
Lo straparlare dalle vie e cortili del paese ai social
Spinella da tempo si è trasferita in Piemonte con la sua famiglia, ma non ha dimenticato le oziose giornate estive burgitane che animavano la vita di strade e cortili del paese. Con relativo straparlare. Ben poca cosa a ciò che succede oggi sui “social” dove tutti ci siamo trasformati in pettegoli o peggio in bulli.
Gli ingredienti di “Nel cortile di Nenè”
Gli ingredienti ci sono tutti: la protagonista è Nené che mal sopporta la “sparlittera” Ciccina, ma è solo finzione: in realtà Nené è molto più impicciona di Ciccina, riuscendo a dare alle sue azioni un’impronta positiva. Tutta la vicenda gira attorno al ritrovamento delle ossa di un cadavere, ritrovate nei pressi di un capannone di un immaginario porto, considerato che a Burgio il mare non c’è. Come detto, è Nené, maestra in pensione, vedova di un poliziotto, conosce bene i suoi concittadini, anche perché molti sono stati suoi alunni. Forse, essere stata la moglie di un investigatore, le ha fatto sviluppare un particolare fiuto. Ma, impicciona com’è, non si può certo escludere che questa sia la sua vera natura. Non le sfugge nulla, neanche la più piccola delle sfumature.
Il cortile di Nenè metafora della Sicilia
Il suo cortile così si trasforma in una metafora della Sicilia dove accade di tutto: dallo sbocciare di amori alla soluzione dell’omicidio avvenuto tanti anni prima. La “’za Nené”, ha un particolare trasporto per Sarina, la “criata” che quotidianamente si occupa delle pulizie della sua casa, infastidita da un giovane bullo del paese che riesce a mettere in fuga, grazie alla sua malizia. Ma poi conosce il brigadiere Simone che, pur avendo affittato un appartamento di Ciccina, riesce a trattenere spesso in casa sua, con l’inconfessato obiettivo di farlo innamorare di Sarina.
Nel libro spazio anche all’amore e alla soluzione di un giallo
Ma il vero capolavoro di Nené è quello che vede trionfare l’amore tra Giacomo e Giuseppina; un amore che sembrava ormai irraggiungibile. Giacomo era partito con il padre Antonio per gli Stati Uniti d’America dove era diventato Jack. Il giovane, che aveva giurato eterno amore a Giuseppina, essendosi trasferito dalla città di arrivo negli Usa per motivi di studio, non ricevette più alcuna lettera dalla sua amata che invece continuava a scrivergli. Evidentemente il padre, il cui nome nel frattempo era diventato Tony, intercettava le missive destinate al figlio a cui aveva fatto conoscere Evelyne, imponendogli di sposarla. Così organizzò un ritorno in paese dove avrebbe annunciato le nozze del figlio con l’americana. Ma non aveva fatto i conti con Nené, amica di Giuseppina e della quale conosceva il dolore per essere stata abbandonata. Il tutto condito da violenze fisiche e psicologiche.
Agendo con grande astuzia, Nené fa in modo che Giacomo e Giuseppina si incontrino. Un incontro che fa tornare a galla un amore mai spento: Giacomo, Jack, ne parla con Evelyne che gli confessa che neanche lei vorrebbe sposarlo. Bisogna informare Tony della decisione che, a sua volta, aveva organizzato un grande festa nella piazza del paese per annunciare il matrimonio.
Da tutto ciò nascono una serie di confessioni che portano alla scoperta dell’assassino dell’uomo ucciso tanti anni prima. Chi è l’assassino? Lo scoprirete leggendo “Nel cortile di Nené”.
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