Giusi Patti Holmes

Sono Giusi Patti Holmes, giornalista, scrittrice e, soprattutto, un affollato condominio di donne, bizzarre e diversissime tra loro, che mi coabitano. Il mio motto è: "Amunì, seguitemi".

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A Natale, mentre nella mente di quasi tutti risuona “jingle bells”, nella mia, “zingle bells”. Perché vi starete chiedendo e, soprattutto, cosa significa zingle? Ve lo spiego subito. Io sono zitella, ma quell’immagine vetusta da donna “vintage” che aspetta, ancora, l’amore non mi si addice proprio e, allora, ho coniato questo termine, nato da una crasi tra zitella e single, per dare una rinfrescata a questo stato che se per molti è triste e malinconico, per me, no.

Già sento alzarsi un coro: “Dici così perché non hai incontrato l’uomo dei tuoi sogni… Cosa c’è di più bello di essere innamorati e condividere la vita con qualcuno?” Per carità, pur ammirando e amando le coppie che sprizzano sentimento, passione, unione e progetti, a me la mia zingletudine piace assai. Dovete sapere, però, che tutto nasce a monte, ovvero, dai miei rapporti sentimentali. Quando frequento qualcuno, quando mi fidanzo, (verbo demodè, lo so), sono praticamente perfetta: non gelosa, non appiccicosa, ma presente, divertente, ma profonda, accomodante, accollativa, positiva, in grado di far sentire un Homer Simpson qualsiasi un fustacchione alla Superman, attenta ascoltatrice, sdrammatizzatrice, sorridente, amunì, pure, sexy e, soprattutto, come avrete capito, umile. A un certo punto, di solito dopo 4/5 anni, mi scappa il momento di “malincRonia”, lo chiamo così perché dura poco, di ripensamento e “taramento”, (tarata un po’ lo sono), non più sulla coppia, ma su di me. Ed è in questo preciso istante che nella mia mente comincia a risuonate “zingle bells, zingle bells” e mi ritrovo a essere la “scoppiatona” mentale desiderosa di sfondarsi, sul divano, di salatini, patatine, caramelle, come se avessi 5 anni, in religioso e assoluto silenzio davanti a film romantici e lacrimosi, a thriller di cui, essendo nipote di Sherlock Holmes, sgamo subito l’assassino o, ancora, a quelli che, non piacendo quasi a nessuno, etichettati, in famiglia, “Giusiani”.

Molti di voi penseranno: “Mischina, proprio messa male è” e, in fondo, posso capire che, per chi vede la vita in 2, la mia è un totale disastro, ma per me, invece, è la più bella del mondo. Ora, poi, che sono mamma di Leopoldo, il mio bimbo peloso, un bulldog francese di 2 anni e 3 mesi, che non fa che guardarmi con occhi innamorati e schivi, piagnucolare se non gli do attenzioni, “tucculiarmi” con la zampetta se sono distratta, è come se avessi a casa un incrocio tra un figlio e un fidanzato, categoria che non è mancata nel mio parterre amoroso, con il bonus, però, della totale e assoluta fedeltà.

E il Natale? Intanto sfatiamo l’idea che chi è zingle sia sola/o. Ma quannu mai! Aperitivi, cene, concerti, presentazioni di libri, tutto come prima con l’unica differenza che, invece di andare sempre con lo stesso, ci sono variazioni sul tema. Dopo essermi scavata la fossa con questo identikit, concludo con un festoso zingle bells agli “scoppiati” come me e un altrettanto festoso jingle bells al resto del mondo.

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