Ciro Lomonte
Ciro Lomonte è laureato in Architettura e appassionato di storia e arte della Sicilia, dal 2009 è docente del Master di II livello in Architettura, Arti Sacre e Liturgia presso l’Università Europea di Roma.
Fra pochi giorni verrà collocato nel presbiterio della chiesa madre di Altofonte il nuovo ambone, opera dei giovanissimi scultori statunitensi Cody Swanson e Alina Marcellino, marito e moglie, su progetto di Guido Santoro e di Ciro Lomonte. Oltre agli architetti sarà presente per seguire il posizionamento corretto lo stesso Cody Swanson, che vive a Firenze con moglie e figli da alcuni anni. L’ambone si trova attualmente nel laboratorio di Paolo Costa, a Carrara, dove alcuni marmisti hanno magistralmente collaborato con gli scultori per l’esecuzione.
Il gruppo scultoreo per la chiesa di S. Maria di Altofonte è composto da un albero di limoni siciliani (evocativo dell’albero della vita nel Paradiso Terrestre e del giardino del sepolcro) che regge sulla chioma il piano di lettura. A fianco dell’albero, radicato con vigore nella roccia e circondato da vegetazione, ci sono due “mirofore”, le donne che portano gli unguenti al sepolcro la mattina di Pasqua. L’ambone (insieme al candelabro pasquale, in fase di elaborazione) completa il programma simbolico che ha il suo cuore nell’altare e si estende alla nicchia dell’angelo affrescato da Luca Crivello – che annuncia alle “mirofore” che Gesù Cristo è già risorto – e al fonte battesimale del 1633.
Bisogna riconoscere che il merito più grande è quello del parroco, don Nino La Versa, per il suo coraggio, per il suo buon gusto, per la sua determinazione. E di Giuseppe Alotta, per il supporto relativo alla raccolta dei fondi, alla quale hanno collaborato tutti i parrocchiani. Ma va sottolineata la grande abilità di Cody Swanson e Alina Marcellino. Non sono soltanto ammirevoli nel disegno e nella modellazione. Sanno anche essere docili interpreti delle richieste dei registi del progetto, gli architetti, che possono contare sulla disponibilità di artisti così talentuosi per realizzare composizioni di per sé inedite.
L’improvvisazione non convince. I dilettanti non producono arte, al massimo fanno qualcosa di eccentrico ma pur sempre banale. I professionisti del concettuale sono maestri dell’affabulazione. I professionisti del figurativo sono i soli a sorprendere per il supremo dominio dell’anatomia e della psicologia. Ma perché chiamare da Firenze due giovani statunitensi? Di scultori e pittori bravi in Sicilia ce ne sono tanti. Bisogna aiutarli tuttavia ad essere all’avanguardia. Paradossalmente l’affanno di stare al passo con l’omologazione concettuale, ormai priva di slancio e di creatività (continuano a vendere opere che neppure esistono, come ha fatto di recente un tale Salvatore Garau!), li rende miopi sulla grande richiesta attuale di artisti figurativi. Tenendo conto che un autentico artista figurativo ha bisogno di maestri, disciplina, rigore, studio indefesso.
Luogo: S. Maria di Altofonte, piazza Falcone e Borsellino, 90030 Altofonte


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