Giusi Patti Holmes
Sono Giusi Patti Holmes, giornalista, scrittrice e, soprattutto, un affollato condominio di donne, bizzarre e diversissime tra loro, che mi coabitano. Il mio motto è: "Amunì, seguitemi".
L’aggressività di questo momento storico terrorizza perché non c’è mai stato, se ben ricordo, un concentramento di leader di grandi potenze così imprevedibilmente pericolosi. Un tempo in campo scendevano le diplomazie, oggi, invece, i nuovi autocrati cambiano idea da un minuto all’altro e fanno proclama con una facilità che destabilizza. Se, poi, a questo si aggiunge chi afferma che: “Il diritto internazionale è importante, ma fino a un certo punto”, il quadro è drammaticamente completo.
L’inferno ucraino
Tra il 4 e il 5 ottobre, oltre 500 droni e più di 50 missili sono stati lanciati dalla Russia in diverse regioni dell’Ucraina, incluse quelle di Kyiv e di Leopoli, facendo 5 morti e numerosi feriti. Un convoglio, che trasportava 110 italiani partecipanti alla decima missione del Mean, Movimento europeo di azione non violenta, è stato sfiorato da un pesante attacco mentre viaggiava verso il confine con la Polonia, notizia diffusa dal Servizio d’Informazione Religiosa (Sir), che ha raccontato le ore di tensione vissute.
A questa missione, che comprende 35 associazioni, ha partecipato Elisa Mascellani, ex docente di latino e greco al liceo Manzoni di Milano e originaria di Lecco, la cui cugina Gloria, che risiede da anni a Kiev, è la segretaria del nunzio apostolico in Ucraina che ha partecipato, con i rappresentanti delle diverse comunità religiose, il vescovo cattolico, greco-cattolico e ortodosso, a una preghiera al cimitero dei caduti di Kharkiv, in memoria delle vittime del conflitto.
A chi guarda il dito e non la luna
A chi chiedesse, con il solito cinico disprezzo, il perché i 110 italiani si trovassero in quel “teatro” di guerra, direi che la prima cosa da fare sarebbe quella di ringraziare queste donne e questi uomini per il coraggio e l’altruismo con cui hanno voluto far sentire la loro vicinanza allo stremato popolo ucraino, che continua a resistere, mettendo a rischio le proprie vite. Domanderei, poi, a questi lamentatori “seriali” da tastiera, soliti a guardare il dito e non la luna, perché non criticano chi quei droni e quei missili ha lanciato?
“Dev’esserci qualcosa di sbagliato nel cervello di quelli che trovano gloriosa o eccitante la guerra. Non è nulla di glorioso, nulla di eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale non puoi che piangere”. (Oriana Fallaci)
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