pippo manuli
Pensionato....opinionista per hobby, di fede repubblicana
Da giorni imperversa una sterile polemica sul “turismo” a Taormina, senza mai risalire alle vere ragioni di un cambiamento che ha compromesso la nostra identità. Questa lettera si rivolge a tutti coloro che hanno amato e amano la Perla dello Ionio, perché solo guardando alle nostre radici potremo, forse, individuare soluzioni concrete.
Radici antiche e Grand Tour
Taormina non è frutto di un’idea moderna. Oltre al famosissimo Teatro Greco-Romano, le Naumachie e altri reperti, anche le vestigia del Quartiere Romano, scoperte nella proprietà della Pensione S. Pancrazio grazie al prof. Campagna dell’Università di Messina, attestano un passato di pregio già in epoca antica.
Tra XVII e XIX secolo la percorrerono Henry Swinburne, Patrick Brydone, Jean-Pierre Houël, Johann Wolfgang von Goethe, Lord Byron ed Edward Lear. Nel 1878 arrivò Wilhelm von Gloeden: le sue fotografie proiettarono Taormina nei salotti di Londra e Berlino, trasformandola in un cenacolo di intellettuali europei e non, alcuni dei quali vissero stabilmente e qui hanno le loro tombe.
L’avvento dell’Hotel Timeo e il turismo stanziale
Sul finire dell’Ottocento aprì l’Hotel Timeo, primo polo di accoglienza strutturata; prima esistevano solo ostelli e locande che ospitarono i viaggiatori del tempo: Dopo la Seconda Guerra Mondiale, e precisamente dopo il 1968, legato al terremoto in Sicilia, fu grazie alla legge quadro sul Turismo di Natoli e alle agenzie del Nord Europa e Germania, che Taormina passò da stazione invernale a meta estiva di mare.
Quasi tutti i visitatori dell’epoca, ante anni 70, restavano per lunghi period,: le permanenze duravano dalle due alle quattro settimane, in alcuni casi un intero mese alcuni personaggi fecero dimora, Fu questo turismo “stanziale” e di qualità che conferì alla città fama internazionale nei due emisferi.
La svolta mancata e i parcheggi
A metà degli anni Ottanta si profilò una scelta decisiva: valorizzare il centro storico o assecondare un turismo di numeri?. Il piano parcheggi fu imposto “dall’alto” cento miliardi da spendere, e nonostante le osservazioni di alcuni consiglieri e di un partito, che chiedevano un rilancio culturale basato sulle esperienze maturate, fu presa l’altra Via..
• Tra il 1992 e il 1993 entrò in funzione il parcheggio Lumbi.
• Verso la fine del decennio fu completato quello di Porta Catania.
• Ben tremila cittadini e amanti avevano firmato una petizione che sconsigliava le opere, temendo che frammentassero il paesaggio alto e così comprimessa la vita del borgo.
L’obiettivo ufficiale era allontanare le auto dalle vie storiche, ma i parcheggi sono diventati un attrattore di traffico a servizio di un turismo “mordi e fuggi” incredibile la nascita nel centro di Taormina di parcheggi privati. A differenza di altre città – dove erano pensati per rivitalizzare centri storici in declino – qui hanno semplicemente incrementato flussi e consumi, stravolgendo l’essenza del borgo.
Situazione odierna
• Permanenze medie inferiori a due giorni e mezzo, contro le settimane di un tempo
• Migliaia di visitatori giornalieri, spesso in transito, incapaci di apprezzare Memoria, Cultura e Vestigia
• PRG scaduto da oltre venticinque anni e nessun regolamento delle attività commerciali
• Beni culturali in abbandono o destinati a usi non consoni (Casa Grandmont, Villaggio Le Rocce, Badia Vecchia, Palazzo dei Duchi di S. Stefano, ex Chiesa del Carmine, Convento Agostiniano)
Proposte per salvare Taormina
1. Aggiornare il PRG e adottare un regolamento comunale delle attività commerciali, in linea con la legge Bersani, che non era ed è un liberi tutti!
2. Istituire aree panoramiche protette con accessi e soste contingentati.
3. Incentivare l’ospitalità diffusa e i soggiorni di qualità, con sgravi fiscali per chi promuove permanenze superiori a cinque giorni.
4. Avviare un tavolo intercomunale con Giardini Naxos e i comuni limitrofi per gestire insieme flussi, servizi e promozione sostenibile.
5. Restituire a progetti culturali e sociali i beni abbandonati o svenduti, per conservare la memoria collettiva.
Conclusione
Oggi Taormina è una stazione di passaggio, ma “come l’araba fenice”, può rinascere. Come scriveva Benito Ragno, la speranza risiede nella capacità della comunità di ritrovare orgoglio e visione. Non vedremo forse il prossimo risveglio, ma possiamo gettare le basi per un futuro in cui residenti, visitatori e Memoria tornino a convivere armoniosamente.
Salviamo Taormina.
Giuseppe Manuli Assessore al Turismo 1979–1982 creazione dell’assessorato turismo/sport.
Presidente ATM Taormina (2000’2003- realizzazione della funivia odierna!)
Luogo: Palazzo dei duchi di S. Stefano, Slita Ibraim, s.n., TAORMINA, MESSINA, SICILIA



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