Pino Apprendi
Ex deputato regionale. Garante dei detenuti di Palermo. Vigile del fuoco per sempre.
Questa sera si accenderà il Renzo Barbera, un’altra bella sfida. Adesso ho l’abbonamento in curva sud, insieme a mio nipote Cristiano, che gioca nel CUS PALERMO, classe 2012. Ricordo la mia prima volta. Mi portò ai popolari nord mio padre e mio fratello Aldo, andammo a vedere Palermo Juventus, era il tempo di Sivori, Charles e Boniperti. Poi mai più.
Da ragazzino, 10 anni, riuscì ad ottenere il permesso dai miei genitori per recarmi allo stadio della Favorita, così si chiamava. Non c’era tutta la parte dell’anello superiore. Non pagavo il biglietto, non c’erano i tornelli, le persone che staccava i biglietti si chiamavano maschere, come quelli dei cinema. Non scavalcavo, avevo paura a farlo perché c’era la Polizia a cavallo, mi rivolgevo al primo adulto che vedevo e gli chiedevo: ” A vassia, mi fa trasiri”? Veni cca, trasi cu mia?
“È me niputi diceva”, rivolgendosi alla maschera che sorrideva perché sapeva che era una bugia. Facevo tutto il percorso da via Pietro Mascagni al viale del Fante e sentivo le grida dei bagarini: “I popolari, i popolari”; “Gradinata”. Ovviamente c’era il sovrapprezzo, era un traffico illecito di vendita di biglietti. Dopo l’ingresso salutavo “Lo zio” e lo ringraziavo di avermi fatto entrare.
Grande felicità stare nei gradoni di cemento armato. Poi entravano in campo i fotografi e fra tutti spiccava la grande: “Letizia Battaglia”. Nell’intervallo arrivava il venditore di ghiacciuoli “e abbanniava: “Ghiaccioli, ghiaccioli, u sapori ri goal”.
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