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Paolo e Marco, 2 fratelli lontani geograficamente ma una passione viscerale per il Palermo e un microfono acceso sulle emozioni più vere.

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Il calcio, lo sport più bello del mondo, è un canto di passione, un intreccio di sogni che si rincorrono sotto cieli diversi, tra stadi che pulsano come cuori vivi. Ma quando un divieto di trasferta cala come una lama, quel canto si spegne, lasciando solo un’eco lontana, un silenzio che pesa più di mille sconfitte.


Immagina un tifoso, uno qualunque. Ha gli occhi stanchi ma accesi, il cappello logoro con i colori della sua squadra, un biglietto sgualcito stretto tra le mani. Quel biglietto non è solo carta: è un viaggio, una promessa, un frammento di sogno che lo porta lontano da casa, verso uno stadio che non è il suo, ma che per novanta minuti diventa il centro del suo universo. È la speranza di vedere un gol, di urlare fino a perdere la voce, di abbracciare uno sconosciuto che, per un istante, diventa fratello. Ma il divieto di trasferta gli strappa tutto questo. Lo inchioda a casa, lo relega a uno schermo freddo, dove i colori sono sbiaditi e il boato della curva è solo un rumore di fondo.


Negare a un tifoso di seguire la propria squadra non è solo un danno logistico, non è solo una perdita economica per chi vive di quel viaggio – gli autisti, gli albergatori, i venditori di sciarpe fuori dallo stadio. È un danno morale, un colpo al cuore di chi trova nello sport una ragione per credere, per sperare, per sentirsi vivo. È come dire a un poeta di non scrivere, a un musicista di non suonare. La passione non si misura in numeri, non si quantifica in bilanci. È un fuoco che arde dentro, e spegnerlo è un atto di crudeltà sottile.


Penso a quelle domeniche vuote, a quegli spalti silenziosi dove manca il coro di chi ha fatto chilometri per essere lì. Penso ai bambini che non vedranno mai il loro idolo da vicino, a quelli che non potranno dire “io c’ero” quando la loro squadra vincerà contro ogni pronostico. Penso alle storie che non verranno scritte, agli abbracci che non verranno dati, ai sogni che rimarranno sospesi, come palloni che non trovano mai la rete.


Il calcio senza tifosi in trasferta è un quadro senza colori, una melodia senza note. È uno sport arido, privato della sua anima. E mentre il mondo va avanti, con le sue regole e i suoi divieti, il cuore di chi ama davvero si incrina, un po’ più solo, un po’ più spento, in attesa di un giorno in cui potrà tornare a inseguire la sua passione, ovunque essa lo porti.

#SerieB #palermofc #tifosi

Luogo: Palermo, sport

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