“Ho chiarito ai pubblici ministeri di Perugia la mia totale estraneità a questi fatti che hanno leso la mia dignità di uomo”: lo ha sottolineato il sostituto procuratore di Roma Luca Palamara al termine di un nuovo interrogatorio, durato circa tre ore, davanti ai pm del capoluogo umbro. Il confronto si è svolto negli uffici giudiziari perugini dopo che ieri sera Palamara era stato sentito per più di quattro ore a Roma, in una caserma della guardia di finanza.

Palamara, ex consigliere del Csm, è accusato di corruzione per avere ricevuto viaggi, anelli e decine di migliaia di euro per pilotare le nomine dei magistrati a capo delle Procure. “Ho chiarito che non ho mai ricevuto – ha sottolineato il magistrato – alcuna somma di denaro e mai e poi mai avrei interferito per la nomina del procuratore di Gela o per danneggiare qualche parte processuale nei procedimenti disciplinari. Ho chiarito tutti i fatti relativi ai viaggi, iniziando a fornire una una documentazione che grazie alla disponibilità dei pm perugini intendo continuare a dare per fugare ogni dubbio su qualsiasi ipotesi di pagamento di alcunché o di avere ricevuto utilità relative a viaggi o altri temi”.

“Metto a disposizione di tutti, e l’ho fatto oggi con gli inquirenti di Perugia, il mio conto corrente”: lo ha annunciato il magistrato Luca Palamara rispondendo ai giornalisti al termine dell’interrogatorio davanti ai pm del capoluogo umbro. Il magistrato ha detto di “rifiutare con nettezza e fermezza” l’accusa di avere ricevuto 40 mila euro dagli avvocati Calafiore e Amara per favorire la nomina, non andata in porto, di Giancarlo Longo a procuratore di Gela.

“Sono state riportate a seguito di un’attività di intercettazione – ha detto ancora Palamara – frasi nelle quali evidentemente non mi riconosco e con cui volevo solo esprimere la mia delusione umana e professionale per quanto stava accadendo anche all’interno del mio Ufficio. Ora però deve venire prima di tutto l’interesse della magistratura. Nessuno, e tanto meno io, voglio permettermi di interferire su quelle che sono le scelte decisionali e autonome del Consiglio superiore della magistratura. E’ il momento di fare una seria pausa di riflessione e sono sicuro che riuscirò a chiarire totalmente tutti i fatti e le vicende. Come ho già fatto questa mattina e come si evinceva per altro anche dal decreto di perquisizione. Sottolineando che mai e poi mai ho interferito e avrei potuto farlo – ha ribadito Palamara – sulla nomina del procuratore di Gela: per la semplice ragione che il Csm è un organo collegiale e in quegli anni nemmeno facevo parte della quinta Commissione, competente a decidere”.

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