Vasta operazione contro il contrabbando di carburante in Sicilia. L’inchiesta, condotta dai militari del gruppo di Gela della Guardia di Finanza insieme a personale appartenente al gruppo operativo regionale antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato a portato a scoprire non solo la vendita di prodotti emergetici di contrabbando ma anche le aziende dove veniva effeuttuata la miscelzione per realizzre prodotti per autotrazione ‘abusivi’. Un traffico che andava avanti fra le provincedi Catania, Siracusa e Caltanissetta attarverso società e persoe implicatre nell’operazione.
Dall’alba di oggi militari e funzionari dei Monopoli stanno eseguendo un’ordinanza di misure cautelari personali, emessa dal Gip di Gela, nei confronti di 4 persone accusate, insieme ad altre 9, di aver costituito “un’associazione a delinquere, con base operativa a Gela e ramificata su tutto il territorio isolano, finalizzata al contrabbando e alla miscelazione abusiva di prodotti energetici”.
I militari stanno eseguendo anche il sequestro preventivo diretto di tre società di Misterbianco (CT), Augusta (SR) e Gela (CL).
Non è la prima volta che in Sicilia si scoprono grandi traffici di carburanti. Nello scorso mese di giugno la Guardia di Finanza di Catania aveva sequestrato, su proposta della Procura della Repubblica di Catania, il patrimonio riferibile ad un imprenditore di 39 anni, stimato in circa 4,5 milioni di euro. Sotto sequestro sono finite 3 attività imprenditoriali, 2 auto e un motociclo.
Il 39enne al centrodi quellaoperazione, secondo quanto ricostruito dagli investigatori sarebbe un soggetto che vive abitualmente con i proventi di frodi fiscali e di contrabbando di carburante. L’arco temporale, oggetto delle indagini patrimoniali, va dall’anno 2012 al 2018, periodo nel quale l’uomo era al centro di investigazioni condotte dalla Procura di Catania e di Marsala (TP) e Palermo.
Nel 2017 fu condotta l’operazione “Nespola” del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania, che coinvolse 29 persone per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi, falso ideologico, frode in commercio e turbata libertà del commercio. Un’altra operazione della Guardia di finanza di Catania, Dirty Oil, aveva portato alla luce un gruppo dedito al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato da una raffineria a 40 km ovest da Tripoli e destinato, dopo miscelazione, ad essere immesso anche nel mercato italiano come carburante da autotrazione..
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