Una dozzina di detenuti ha sequestrato lo scorso 3 aprile un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Caltanissetta. Dopo un paio d’ore la situazione è tornata alla normalità. Lo rende noto il vice segretario Regionale del sindacato Cnpp, Maurizio Mezzatesta.
Il sequestro in carcere
Il sequestro è avvenuto a opera di un detenuto che una volta uscito dalla saletta della socialità ha strattonato e strappato le chiavi del reparto all’agente. L’azione ha trovato il sostegno di altri detenuti.
Situazione sempre più preoccupante
“L’intervento altamente professionale dell’agente – dice Mezzatesta – ha scongiurato il peggio, poiché è riuscito a riprendere le chiavi del reparto e lanciarle fuori dalla portata dei detenuti e contestualmente ha richiamato l’attenzione di altro personale.
Dopo due ore di trattative, il comandante e alcuni ispettori sono riusciti a convincere i detenuti ad interrompere il sequestro e rientrare nelle celle. Esprimiamo la massima solidarietà all’agente che merita un encomio”.
L’assoluzione per il pestaggio in carcere
Proprio nella giornata di mercoledì 5 aprile si è appreso della conclusione di un processo per un altro grave evento carcerario.
Il Tribunale di Termini Imerese in composizione monocratica ha pronunciato sentenza di assoluzione a carico di tre imputati, tutti detenuti presso la casa circondariale di Termini Imerese, i quali avrebbero aggredito un compagno di cella procurandogli lesioni personali, in particolare tumefazioni all’orecchio alla sede nucale e in altre parti del corpo. L’episodio sarebbe avvenuto nell’estate del 2017.
Nel corso del giudizio l’assistente della polizia penitenziaria ha raccontato che durante le ore di servizio in reparto avrebbe udito dei lamenti provenire dal bagno della cella numero nove. Portatosi immediatamente sui luoghi, nonostante tutto sembrava tranquillo, di fatto ha constatato che la vittima si trovava con altri detenuti all’interno del bagno. Sembra che addirittura gli avrebbero tappato la bocca per evitare che questi potesse chiedere aiuto.
Aggressioni e proteste all’ordine del giorno
Intanto, un detenuto straniero con problemi psichici dell’istituto penale per minorenni di Catania la sera del 3 aprile ha dato fuoco al materasso ed ad alcune suppellettili della sua cella. Immediati i soccorsi del personale di polizia penitenziaria. Uno dei poliziotti è caduto ed è poi finito al pronto soccorso, dove gli hanno diagnosticato la frattura di tibia e perone. A breve sarà operato.
A rendere noto l’accaduto è il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. L’organizzazione di categoria in una nota denuncia “per l’ennesima volta il ripetersi di eventi critici presso il carcere minorile di Catania”. Secondo il Sappe il penitenziario è divenuto teatro di problematiche sempre più evidenti. “Auguriamo una pronta guarigione al collega ferito – si legge nel comunicato – e auspichiamo in un tempestivo intervento dell’amministrazione della giustizia minorile e di comunità sulla gestione dell’istituto minorile catanese”.
Anche il segretario nazionale per la Sicilia del Sappe, Calogero Navarra, esprime vicinanza e solidarietà” al personale di polizia penitenziaria in servizio nella struttura. E ricorda che “il Sappe denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria”.
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