Ornella Matraxia è una mamma dal cuore a pezzi. È la mamma di Filippo Mosca un 29enne di Caltanissetta che da nove mesi si trova rinchiuso in un carcere di massima sicurezza a Costanza, in Romania. Il giovane è stato arrestato lo scorso 3 maggio e da allora detenuto dopo essere stato condannato in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale e nazionale di sostanze stupefacenti.

“Mio figlio si trova in carcere in condizioni igienico-sanitarie terribili. Vive in una cella di circa 30 metri quadrati con altre 24 persone che hanno a disposizione un buco sul pavimento come bagno. Non un bagno alla turca, ma un buco, usato da tutti e sempre intasato perché non viene mai pulito. Le celle sono luride e sovraffollate, invase da ratti e i materassi da cimici”, afferma.

Il contatto con l’avvocato romeno

Adesso Ornella Matraxia chiede che i diplomartici siano presenti all’eventuale incontro fra l’avvocato del giovane Filippo Mosca e la direzione del carcere.

“Stiamo facendo tutto il possibile per fare uscire mio figlio dal carcere-lager di Porta Alba, a Costanza, in Romania. L’avvocato romeno, che ho sentito al telefono oggi, ha chiesto un incontro con la direzione dell’istituto, ma abbiamo chiesto anche la presenza dei rappresentanti della nostra ambasciata dalla quale attendiamo risposta” ha detto Ornella Matraxia al Giornale di Sicilia.

“L’ultimo contatto con la Farnesina – afferma la donna – risale al 24 gennaio scorso, quando con il mio avvocato romeno siamo stati ricevuti da un funzionario. Conoscono i fatti e hanno copia del fascicolo, hanno riscontrato una serie di incongruenze. Mi hanno detto che non possono intervenire sotto il profilo giudiziario e che sulle condizioni carcerarie avrebbero interessato l’ambasciata”.

In questi 9 mesi il legale romeno ha chiesto il beneficio degli arresti domiciliari che, però, sono stati sempre negati. “Ma adesso – spiega la madre del giovane – chiederemo una lettera di accompagnamento all’ambasciata italiana a Bucarest in modo che si faccia garante del fatto che Filippo non lascerà la Romania fino al termine del processo”.

Udienza per domiciliari il 12 febbraio, appello ad aprile

L’udienza per ottenere gli arresti domiciliari è fissata al prossimo 12 febbraio. Il processo d’appello sarà in aprile.

Vacanza diventata un incubo

Quella che doveva essere una vacanza si è trasformata in un incubo. Tutto è iniziato quando Filippo è partito, alla volta della Romania, insieme alla fidanzata e a numerosi altri ragazzi provenienti da diverse parti d’Italia e non, per prendere parte ad un festival internazionale di musica.

Il giorno prima del suo volo di ritorno, da Bucarest si è recato a Costanza, insieme alla sua ragazza, un altro amico e ad un’amica. Quest’ultima doveva ricevere un pacco da Barcellona e avrebbe chiesto di farlo recapitare in albergo visto che la consegna nel suo appartamento non era andata a buon fine.

“In caserma per 48 ore senza interprete”

“Filippo – spiega la mamma – non aveva idea di cosa contenesse quel pacco. La polizia romena, nonostante fosse la ragazza l’intestataria della scatola che conteneva 150 grammi di droga tra marijuana, ketamina e Mdma, abbia con fermezza dichiarato di essere l’unica responsabile e che gli altri non erano a conoscenza del contenuto e abbia continuato a dichiararlo durante tutto il procedimento, hanno portato in caserma i quattro, sequestrandoli per 48 ore, senza averne l’autorizzazione, senza la presenza di un interprete italiano, registrato la loro conversazione e impedito loro di chiamare un avvocato”.

Prosegue Matraxia “Anche in questo caso senza avere le necessarie autorizzazioni emettendo poi un’ordinanza di custodia cautelare. Da quel giorno è iniziato il nostro inferno. Durante le udienze del processo di primo grado, gli avvocati difensori hanno richiesto al giudice di escludere dalle prove le registrazioni ambientali. In realtà non c’è nient’altro considerando il fatto che dal controllo informatico del suo cellulare non hanno trovato un solo messaggio o telefonata che possa richiamare il suo comportamento a qualche attività di spaccio. Non ci sono prove. Le modalità con le quali hanno proceduto sono illegali e anticostituzionali. Le trascrizioni non sono state tradotte in maniera corretta ma intere pagine sono state omesse, alcuni termini sostituti con altri. Una vera e propria manipolazione. Hanno montato un caso ad hoc. Non hanno tenuto in considerazione le prove che hanno presentato gli avvocati della difesa”.