Il ministero dell’Interno voleva costituirsi parte civile nel processo contro Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia finito agli arresti lo scorso anno, ma palazzo Chigi “non lo ha ritenuto opportuno”. Lo sottolineano fonti del Viminale dopo l’intervista al ‘Fatto’ nella quale il presidente dell’Antimafia Nicola Morra chiedeva spiegazioni a Salvini. “Per ulteriori delucidazioni – proseguono le fonti – Morra potrà rivolgersi al presidente Conte”.

Il ministero dell’Interno, fanno sapere dal Viminale, aveva segnalato la propria intenzione di costituirsi parte civile a palazzo Chigi il 12 ottobre del 2018. Ma sei giorni dopo, il 18 ottobre, la presidenza del Consiglio dei ministri “ha negato la richiesta di autorizzazione sulla base del parere contrario reso dall’Avvocatura dello Stato il 16 ottobre 2018”. Si tratta, concludono le fonti, di una “doverosa risposta” al presidente dell’Antimafia Nicola Morra che aveva chiesto spiegazioni a Salvini.

“E’ motivo di curiosità da parte della Commissione conoscere i motivi che hanno indotto il titolare del Viminale a non costituirsi parte civile in questi procedimenti. E’ prevista un’audizione in commissione del ministro affinché dia ragione di queste scelta politica e simbolica assai importante”. Lo ha detto il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra.

“Il caso Montante ha fatto capire che coloro che si presentavano come antimafia erano ‘pro mafia’ e di certo non antimafia”, ha aggiunto Morra. A chi gli ha sottolineato che dal Viminale viene riferito che “per ulteriori delucidazioni Morra potrà rivolgersi a Conte”, il presidente dell’Antimafia ha risposto: “Sentiremo dalla viva voce di Salvini e se sarà necessario interpelleremo anche altri. Cercheremo di capire e ognuno di noi si farà le sue ragioni”.

La decisione della Presidenza del Consiglio di non costituirsi parte civile nel processo contro Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, è legata al fatto che l’Avvocatura dello Stato, per conto della stessa Presidenza del Consiglio, aveva già assunto la difesa di uno degli imputati, ossia Andrea Cavacece, capo reparto dell’Aisi. “Con riferimento alla richiesta di autorizzazione alla costituzione di parte civile nel procedimento penale indicato”, si legge nel documento che palazzo Chigi inviò in proposito il 6 novembre scorso al Ministero dell’Interno, “questa Presidenza, tenuto conto di quanto rappresentato dall’Avvocatura generale dello Stato” “circa l’intervenuta assunzione del patrocinio legale in favore di uno degli imputati e del parere contrario reso, allo stato degli atti, alla costituzione di parte civile”, “non ravvisa l’opportunità, allo stato, di dare luogo al relativo procedimento”.

L’Avvocato generale aggiunto dello Stato, Carlo Sica, ha incontrato questo pomeriggio a palazzo San Macuto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, e i tecnici della commissione, a cui ha fornito il documento di ottobre in cui ha dato parere negativo sulla costituzione di parte civile nel procedimento Montante e ha fornito spiegazioni tecniche in merito a questa decisione. Lo si apprende da fonti della Commissione Antimafia, che sottolineano la “tempestività, la trasparenza, la cortesia e collaborazione istituzionale mostrata dall’Avvocatura” nei confronti della stessa Commissione. Prossimamente, in data ancora da stabilire, la Commissione sentirà il ministro dell’Interno Matteo Salvini su una serie di tematiche, tra cui le linee programmatiche di intervento contro la criminalità organizzata. E in quell’occasione verranno comunque chieste spiegazioni rispetto alla decisione del Viminale di non costituirsi parte civile nel processo Montante.

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