Una gestione in perdita, sprechi, assunzioni inutili, svalutazioni patrimoniali dannose: così l’imprenditore Vincenzo Corrado Rappa, nipote dello storico costruttore palermitano a cui è stato sequestrato e poi parzialmente restituito un patrimonio milionario, ha descritto l’operato dell’amministrazione giudiziaria che ha avuto in carico le imprese.

Rappa è stato sentito al processo, in corso a Caltanissetta, che vede imputati di corruzione, tra gli altri, il magistrato Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo e l’avvocato Walter Virga, ex amministratore giudiziario. In particolare a proposito della concessionaria di auto Nuova Sport Car il teste ha affermato che al momento del sequestro la società era in positivo e che, dopo la restituzione, ha subito un passivo di 5 milioni. Il testimone ha parlato di “svalutazioni di componenti patrimoniali di dubbia credibilità, di auto comprate nel 2015 e svalutate nello stesso anno, di un collegio sindacale passato da un costo di 11 a un costo di 49 mila euro e di 41 dipendenti assunti”.

Rappa si è costituito parte civile contro Virga. Secondo l’accusa, l’avvocato sarebbe stato uno degli amministratori giudiziari del “cerchio magico” dell’ex presidente Saguto che, in cambio di favori, avrebbe dispensato incarichi per la gestione dei beni sequestrati alla mafia a suoi fedelissimi.