Non verranno riuniti in secondo grado i processi per le stragi di Capaci e via D’Amelio in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta. I giudici hanno accolto la tesi della procura generale rappresentata dal pg Fabiola Furnari e rigettato l’istanza del legale dei boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino di riunire in un unico processo i due atti di accusa per gli attentati a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli agenti delle scorte.

La corte, così come aveva indicato la Procura generale guidata da Lia Sava, ha ritenuto che, essendo i due dibattimenti in fasi diverse – il Capaci è iniziato molti mesi prima del Borsellino quater – per esigenze di speditezza non avrebbe senso riunirli. Per la strage di Capaci sono stati condannati all’ergastolo i capimafia Salvo Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, mentre fu assolto Vittorio Tutino.

Il processo Borsellino quater, invece, ha visto condannati all’ergastolo i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e a dieci anni per calunnia i falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Nelle motivazioni della sentenza, lunghe 1.865 pagine, i magistrati della corte d’assise di Caltanissetta parlarono del depistaggio delle indagini sull’attentato di via D’Amelio definendolo “il più clamoroso” della storia del Paese.