La casa di riposo degli orrori. Emergono particolari sconcertanti sull’operazione dei carabinieri della compagnia di Caltanissetta che ha portato a un arresto e interdittive nei confronti di alcuni operatori.
“Gli anziani in quella casa di riposo venivano trattati in maniera disumana”. A raccontare i dettagli dell’indagine che ha portato all’arresto di Giuseppe Cali, 46enne di San Cataldo, amministratore unico della comunità alloggio per anziani “Casa Serena”, e alla notifica di misure interdittìve del divieto di esercitare la professione nei confronti di quattro operatori, è il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta.
“Gli anziani venivano svegliati alle 4 di mattina per delle ‘docce punitive’, – spiega il colonnello Daidone – venivano sequestrati loro i cellulari per evitare che potessero contattare qualcuno, oppure li tenevano svegli di pomeriggio per fare in modo che la notte poi dormissero. Una volta un’anziana, per punizione, poiché ‘disturbava’ di notte, è stata chiusa in una stanza insieme ad altri due ospiti uomini. Un’altra volta c’è stato anche un intervento dei carabinieri. Un’anziana, alla quale era stato sottratto il cellulare riuscì ad avvicinarsi al cancello e a chiedere a una signora che si trovava a passare di farla chiamare. L’anziana riuscì a mettersi in contatto con i carabinieri che arrivarono poco dopo. Di fatto però poi i parenti non sporsero denuncia. Un anziano disse ai familiari che più che una casa serena sembrava una casa di pazzi”.
Il provvedimento trae origine da un’indagine condotta dal Nucleo Investigativo sulla morte di Anna Polizzi, anziana di 89 anni di Santa Caterina Villarmosa. Un decesso che era apparso da subito “anomalo”. Immobilizzata a letto, le erano stati somministrati dei farmaci per tenerla tranquilla. Dal successivo esame autoptico e tossicologico operato dal C.T.U. emergeva una somministrazione del farmaco a base di “promazina”, psicofarmaco neurolettico che si prescrive ai pazienti con problemi schizofrenici e molto agitati, somministrato alla donna poche ore prima del decesso. Le risultanze emerse dall’esame tossicologico indicavano la possibilità che all’anziana il farmaco contente “promazina” fosse stato somministrato all’interno della “Casa Serena”, causandone il decesso per aritmia maligna.
I carabinieri di Caltanissetta hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip con cui si dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari e l’interdittiva dall’esercizio di attività professionale, per Giuseppe Calì, 46 anni di San Cataldo (Cl), amministratore unico della comunità alloggio per anziani “Casa Serena”, accusato di omicidio colposo e maltrattamento di anziani.
L’inchiesta è nata dopo la morte di una donna di 85 anni, Anna Polizzi, il 29 luglio 2017 nella casa di riposo. Il decesso sarebbe dovuto all’abuso di somministrazione di alcuni farmaci a base di “promazina”, che si prescrive ai pazienti con problemi schizofrenici e molto agitati. Con lo stesso provvedimento sono state notificate a quattro operatori della struttura altrettante misure interdittive del divieto di esercitare la professione presso comunità alloggio ed è stato eseguito il sequestro preventivo della casa di riposo, delle quote societarie e del compendio aziendale.
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