La Corte d’Appello di Caltanissetta ha accolto oggi l’istanza di revisione presentata dall’avvocato Stefano Giordano, legale di Antonino Giordano, imprenditore edile di Misilmeri condannato in via definitiva nel 2003 dalla Corte d’Appello di Palermo a quattro anni di reclusione per associazione mafiosa.

Secondo l’accusa, tramite l’impresa edilizia di cui era titolare e grazie ai suoi rapporti con i clan, avrebbe acquisito il controllo di attività economiche e, in particolare, di appalti pubblici. La principale fonte di prova a carico di Antonino Giordano era un’intercettazione ambientale di una conversazione che si sarebbe svolta nel marzo 1999 fra un noto esponente di Cosa Nostra e, appunto, Antonino Giordano, da cui si sarebbe dedotto lo stretto collegamento fra i due.

Decisiva la perizia fonica

A seguito di indagini difensive svolte nei mesi scorsi dall’avvocato Giordano, è emerso che l’interlocutore del boss mafioso, nel corso della conversazione non era però Antonino Giordano. Circostanza che è stata confermata da una perizia fonica disposta dalla Corte nissena nell’ambito del giudizio di revisione e che ha escluso che la voce dell’interlocutore del capomafia potesse essere riconducibile ad Antonino Giordano.