Il ministero dell’Interno e le altre Amministrazioni dello Stato interessate dovranno depositare entro tre mesi tutti gli atti che nel marzo scorso portarono allo scioglimento del Comune di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. L’ha deciso con ordinanza il Tar del Lazio nell’ambito di un ricorso promosso dall’ex amministrazione comunale, con in testa l’ex sindaco Giampiero Modaffari.
Nel marzo scorso il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Salvini, ha deliberato
lo scioglimento del consiglio comunale di San Cataldo. All’esito di approfonditi accertamenti sarebbero emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa.
I giudici amministrativi, considerato che “gli atti istruttori, sulla base dei quali sono stati adottati i provvedimenti impugnati, costituiscono provvedimenti la cui conoscenza in forma integrale è propedeutica alla difesa in giudizio delle parti ricorrenti nell’ambito dell’odierna controversia nonché alla decisione del Collegio”, hanno deciso di ordinare alle amministrazioni costituite “il deposito di tutti gli atti e documenti in base ai quali è stato emanato il decreto di scioglimento del consiglio comunale”.
Si tratta della relazione prefettizia del febbraio 2019, della relazione della Commissione di accesso e di accertamento incaricata dal Prefetto, del parere e verbale del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica della Provincia, della delibera del Consiglio dei Ministri del 26 marzo 2019 e della relativa proposta del Ministro dell’Interno. L’udienza di discussione del merito è stata fissata per il 25 marzo 2020.
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