Ingenti somme anticipate, operatori sociali senza stipendio e notevoli debiti contratti per garantire accoglienza, sostegno e integrazione ai migranti dello SPRAR di Gela. Questo il bilancio con il quale il Consorzio Sol.Co., ente Gestore dello SPRAR, e la cooperativa socia Assi Gela, sua socia sul territorio, devono fare i conti dopo la chiusura dello SPRAR.
“Il progetto che si è concluso il 31 gennaio ha avuto per 13 mesi un unico comune denominatore – si legge in una nota del Consorzio – la totale assenza dell’Amministrazione Comunale con un danno per le aziende e gli operatori ma, soprattutto, un disagio per gli ospiti difficile da quantificare.
Le difficoltà nella gestione e la drammatica situazione in cui si trovano gli ex ospiti, così come gli operatori, è stata causata dall’assenza di pagamenti da parte del Comune per tutto il 2018. Pare che alla base di ciò ci sia un contenzioso con il Ministero degli Interni; ci risulta infatti che il Ministero non eroghi più somme poiché quelle già assegnate per la gestione 2018 sono state utilizzate impropriamente dal Comune di Gela per saldare l’azienda che negli anni precedenti aveva gestito la struttura”.
“Nonostante ciò, nonostante l’assenza di pagamenti, – prosegue la nota – il Consorzio Sol.Co e la cooperativa Assi Gela hanno operato per garantire l’accoglienza con significative anticipazioni bancarie offrendo ai giovani ospiti la speranza di costruire un futuro. Un futuro incerto osteggiato da procedure burocratiche e diatribe che, ancora una volta, accantonano “la persona” flagellando il lavoro degli operatori sociali .
Dopo la conclusione del progetto molti giovani migranti hanno trovato collocazione in altri centri, 20 di loro invece hanno deciso di rimanere in struttura e reclamare a gran voce il diritto di ricevere il contributo di uscita per continuare la loro vita in autonomia.
Adesso su di loro incombe l’incertezza del futuro, il proprietario degli immobili ha intimato lo sfratto e il Comune continua la sua assenza.
Ma è indispensabile adesso approfondire, capire esattamente cosa è accaduto, dove sono finiti i soldi che spettano al Consorzio e alla Cooperativa per onorare i propri impegni. Non possiamo più aspettare!”.
Commenta con Facebook