I vertici amministrativi e burocratici del Comune di Caltanissetta sono stati ascoltati stamane dalla Commissione regionale Antimafia nell’ambito di una indagine avviata dopo alcune segnalazioni relative a presunte condotte illecite da parte di imprenditori e funzionari pubblici che alcuni giorni fa ha portato all’arresto di sei persone.
Per oltre tre ore, il sindaco Giovanni Ruvolo, il segretario generale Rita Lanzalaco ed il capoufficio tecnico Giuseppe Tomasella hanno risposto alle domande del presidente Nello Musumeci e dei deputati-commissari.
L’attenzione dell’Antimafia dell’Ars è puntata essenzialmente su due versanti: la attività urbanistica, la gestione dei rifiuti e i doveri di trasparenza nell’ambito della burocrazia comunale e, dall’altro lato, le presunte contiguità o rapporti di alcuni consiglieri comunali con soggetti mafiosi o appartenenti ad organizzazioni criminali.
“Già da alcuni giorni abbiamo richiesto ed ottenuto dal Comune di Caltanissetta alcuni documenti utili alla nostra indagine – ha dichiarato il presidente Musumeci – che, voglio ricordarlo, non è finalizzata all’accertamento di fatti penalmente rilevanti (competenza, questa, che svolge benissimo la magistratura), ma di condotte politiche e amministrative eticamente incompatibili con le buone prassi. Il nostro compito, insomma, è quello di accertare se anche nel capoluogo nisseno la politica si è dotata dei necessari anticorpi per rendere trasparente l’operato di ciascuno chiamato ad esercitarla, pur nella diversità dei ruoli. Sapremo presto – ha concluso il presidente dell’Antimafia – se le segnalazioni pervenute alla nostra Commissione sono frutto di attività denigratoria o supportate da fatti concreti.”
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