E’ una storia degna di un film quella accaduta a Gela nel lontano 1987 e che solo adesso porta ad una condanna all’ergastolo per omicidio nei confronti del presunto omicida.

Dopo quasi 30 anni durante i quali sembra che tutti sapessero, la corte d’Assise di Caltanissetta ha condannato in primo grado all’ergastolo il marito che avrebbe ucciso la moglie e nascosto il corpo per poi sposarne la cugina.

La vicenda venne alla luce due anni fa quando i carabinieri di Gela arrestarono il presunto assassino, Vincenzo Scudera, 56 anni, che oggi vive a Pesaro.

L’uomo, considerato affiliato agli stiddari del clan Riggio di Riesi avrebbe assassinato la moglie che aveva scoperto il suo tradimento. il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una discussione ma poi il cadavere sarebbe stato fatto sparire e tutto sarebbe stato insabbiato lasciando che si pensasse la la vittima, Rosaria Palmieri, si fosse allontanata volontariamente. La donna, scomparsa a 22 anni, era madre di un bambino di 6 anni.

Il femminicidio, “maturato – come ha detto il procuratore, Lucia Lotti – in un ambiente di notevole spessore criminale, di omertà, paura e di rilevante degrado morale”, è emerso dopo tanto tempo perchè il figlio della vittima, Filippo, oggi 35enne, si decise (convinto dalla propria compagna, che fa l’avvocato a Pesaro) a chiedere, lo scorso anno, la dichiarazione della morte presunta della madre, per poterne ereditare una vecchia proprietà.

Dalle indagini dei Carabinieri di Gela è, così, emerso che Scudera aveva una relazione con la cugina della moglie (la figlia del fratello della madre). Relazione scoperta casualmente dalla donna tradita grazie a una lettera dell’amante, arrivata erroneamente a casa, e a una collana, trovata nelle tasche del marito, che pensava destinata a lei ma che invece poi vide addosso alla cugina.

Con la inevitabile reazione di gelosia, Rosaria Palmieri avrebbe firmato la sua condanna a morte. Della vicenda parlano anche tre collaboratori di giustizia. Il marito, rimasto col figlio, parlò di una fuga della moglie con un inesistente amante e garantì falsamente alla madre e ai familiari della ragazza di averne denunciato la scomparsa.
Vincenzo Scudera andò a vivere con la cugina della moglie, da cui, nel frattempo, ha avuto un figlio.

Agli atti dell’inchiesta vi sono anche le dichiarazioni della madre della vittima secondo cui una sorella di Scudera gli avrebbe confessato che la figlia era stata uccisa dal fratello, Vincenzo.