“I proibitivi costi energetici hanno costretto Acciaierie di Sicilia, dopo le fermate di giugno e luglio, a programmare la chiusura per tutto il mese di agosto, attivando la solidarietà per 250 lavoratori con conseguenze anche sui circa 250 addetti dell’indotto”. Lo rende noto la società del gruppo Alfa Acciai che a Catania produce tondo per cemento armato per il settore delle costruzioni chiedendo “l’immediato intervento del Governo con una norma nel ‘Decreto aiuti bis’ che possa contribuire ad equilibrare sin da subito i costi energetici per gli energivori insulari, la cui competitività sul mercato è profondamente indebolita dalla situazione congiunturale”.
La richiesta di Acciaierie di Sicilia alle istituzioni
“Tra le proposte in campo, quella di più semplice e immediata attuazione potrebbe essere una misura modulabile nel tempo che preveda l’aumento del credito d’imposta sull’energia elettrica dal 25 al 50 per cento per le aziende insulari energivore” è la richiesta dei vertici di Acciaierie di Sicilia alle Istituzioni. Storicamente svantaggiate per i prezzi dell’energia, mediamente superiori del 40% rispetto al resto d’Italia, le aziende siciliane sono costrette ad affrontare incrementi di costo ritenuti assolutamente insostenibili: dagli 80 euro a Mw di inizio anno si è passati ai 240 euro di fine aprile, sino ai picchi attuali di 550 euro Mw.
Uilm e Fiom Catania “Brutta notizia per i lavoratori di Catania”
Lo scrivono Segreterie territoriali e Rappresentanze sindacali di Uilm e Fiom Catania, che aggiungono: “Ci aspettiamo un intervento del presidente della Regione e del governo nazionale affinché la nostra terra non debba soffrire ancora una volta lo scippo di un’azienda storica. Abbiamo subito proclamato lo stato di agitazione, ma sia chiaro a tutti che i lavoratori e noi al loro fianco siamo pronti alla mobilitazione”.
“Dare seguito a misure di sostegno”
Spiegano Uilm e Fiom “Acciaierie ha annunciato il blocco della produzione per tutto il mese di agosto utilizzando ferie e contratti di solidarietà. Sono interessati dal provvedimento 500 lavoratori dipendenti e dell’indotto con le loro famiglie. Dal confronto con l’azienda emerge, drammaticamente, che un mancato intervento dello Stato sulle cause della crisi potrebbe provocare già in settembre conseguenze occupazionali ancora più gravi. Bisogna dare seguito alle misure di sostegno e in particolare ai decreti attuativi del cosiddetto energy-release in favore delle aziende energivore di Sicilia e Sardegna. Abbiamo bisogno di risposte certe e definitive che mettano queste imprese nelle condizioni di poter competere alla pari sul mercato italiano e internazionale”.
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