Una costruzione abusiva all’interno della quale il titolare aveva allestito una stalla in cui era stato piazzato un cavallo. Questa è la situazione di fatto dinanzi alla quale si sono trovati gli operatori di polizia del commissariato di Pubblica sicurezza di Adrano, diretto dal vice questore Paolo Leone. Nel corso della quotidiana attività di controllo del territorio, gli agenti della volante avevano avuto il sospetto che all’interno di un garage ubicato in contrada Capici potesse essere custodito, in condizioni igieniche sanitarie non adeguate, un cavallo. Temendo che l’animale potesse essere maltrattato, gli investigatori si sono subito messi all’opera al fine di individuare il proprietario del locale.
L’animale non registrato all’anagrafe
Si riusciva ad identificare il titolare e, per questo, si richiedeva all’autorità giudiziaria l’emissione di un decreto per eseguire una perquisizione che dava esito positivo, in quanto all’interno del manufatto abusivo gli agenti rinvenivano un cavallo, per il ricovero del quale era stata allestita una lettiera di paglia. I poliziotti accertavano subito che il cavallo era privo del prescritto microchip identificativo, ragione per la quale si richiedeva l’intervento dell’Asp di Paternò. L’azienda sanitaria inviava sul posto dei medici veterinari specializzati, che provvedevano ad inoculare nell’animale il microchip. Tale dispositivo consentirà di registrare il cavallo presso l’anagrafe equina e di fornire all’animale stesso un passaporto con il numero identificativo dove vengono inserite le regolari vaccinazioni e i trattamenti dovuti.
Anche la sezione antiabusivismo
Altro personale specializzato, ma della sezione antiabusivismo edilizio della polizia locale di Adrano, provvedeva nel contempo a denunciare il titolare del garage, un uomo di 43 anni con precedenti specifici, per aver realizzato il manufatto con blocchi di cemento senza aver avuto alcun permesso di costruire. Nei confronti dell’indagato, inoltre, sono state elevate sanzioni per un importo complessivo superiore agli 11.500 euro, dei quali oltre 10 mila per non aver denunciato l’animale all’autorità sanitaria competente e 1.500 poiché il cavallo era privo del microchip identificativo. L’animale è stato sottoposto a sequestro amministrativo e affidato a un maneggio della zona.
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